Bruxelles – Pechino limita il diritto delle aziende tech dell’Unione Europea a rivolgersi a un tribunale straniero per proteggere e utilizzare i propri brevetti. Si è aperta oggi (venerdì 18 febbraio) una nuova causa da parte dell’UE contro la Cina presso l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), dopo quella avviata lo scorso 27 gennaio per discriminazioni commerciali verso la Lituania.
Secondo quanto denunciato dalla Commissione Europea, la Cina “limita fortemente le aziende dell’UE con diritti su tecnologie chiave” (come 3G, 4G e 5G) quando i loro brevetti sono utilizzati illegalmente o senza un adeguato risarcimento dai produttori cinesi di telefoni cellulari. Le limitazioni imposte da Pechino si traducono nell’imposizione di “multe significative” quando i detentori di brevetti si rivolgono a tribunali fuori dalla Cina, “mettendoli sotto pressione per accontentarsi di diritti di licenza al di sotto dei tassi di mercato”.
Dall’agosto 2020, i tribunali cinesi hanno emesso decisioni – note come anti-suit injunctions – per esercitare pressione sulle aziende dell’UE con brevetti high-tech e per impedire di proteggerne le tecnologie. “Questa politica cinese è estremamente dannosa per l’innovazione e la crescita in Europa“, spiega la Commissione UE, dal momento in cui “i produttori cinesi richiedono queste anti-suit injunctions per beneficiare di un accesso più economico o addirittura gratuito alla tecnologia europea”. Secondo Bruxelles, le azioni di Pechino sono “incoerenti” con l’accordo dell’OMC sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS).
Il vicepresidente esecutivo e commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis, ha spiegato che “è necessario proteggere l’industria high-tech dell’UE, un motore per l’innovazione che assicura il nostro ruolo di leader nello sviluppo di future tecnologie”. È per questo motivo che sono state avviate oggi le consultazioni all’OMC sulle pratiche illegali della Cina contro le aziende dell’UE titolari di diritti su tecnologie chiave: “Hanno il diritto di chiedere giustizia a condizioni eque quando la loro tecnologia viene usata illegalmente“, ha sottolineato il vicepresidente Dombrovskis. Le consultazioni per la risoluzione delle controversie richieste dall’UE sono il primo passo nella procedura di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio. Se non porteranno a una soluzione entro 60 giorni, Bruxelles potrà chiedere all’OMC di istituire un panel per decidere sulla questione.