dall’inviato Strasburgo – Il troppo vino può essere fattore di rischio di cancro, ma non sarà scritto in etichetta. Il Parlamento europeo trova la quadra sull‘elemento forse più controverso e contestato della più ampia strategia di prevenzione e cura di malattia oncologiche, approvando gli emendamenti su vino e alcolici che consentono ora al testo di superare il testo finale dell’Aula.
Nell’ottica di una prevenzione, si è posto l’accento sugli spiriti. L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC) stima che nel territorio europeo circa il 10 per cento di tutti i casi di malattie oncologiche negli uomini e il 3 per cento di tutti i casi nelle donne sono riconducibili al consumo di alcol. Ciò per via dell’etanolo e dell’acetaldeide contenuti nelle bevande alcoliche e riconosciute come cancerogeni per l’essere umano. Per questo si chiedeva di migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche “con l’inclusione di avvertenze per la salute e introducendo l’indicazione obbligatoria degli ingredienti e delle informazioni nutrizionali”. Una formulazione che non è piaciuta a Strasburgo, dove si temevano messaggi allarmistici che potessero penalizzare il comparto. Alla fine si stabilisce che si dovrà migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche con l’inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol”.
Un altro emendamento approvato dall’Aula è quello relativo al consumo delle bevande alcoliche . La versione originale del testo stabiliva che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol per quanto riguarda la prevenzione oncologica”. Ora si stabilisce che ” il livello più sicuro di consumo di alcol non esiste per quanto riguarda la prevenzione oncologica”. Una formula in senso migliorativo per i difensori del prodotto tipico del ‘made in Italy’ e non solo. In pratica si dovrà scrivere che un uso eccessivo può essere pericoloso, e non più, come proposto all’inizio che l’uso in sé è dannoso, anche in dosi moderate.
Gli italiani esultano, a cominciare da Antonio Tajani. ” Vince la linea di Forza Italia”, il commento del presidente della commissione Affari costituzionali. “Abbiamo difeso il settore vitivinicolo, grazie all’approvazione nel testo della relazione per la lotta contro il cancro la separazione tra uso e abuso di alcol”.
“Un grande risultato. Vino, birra e spirits sono parte del nostro stile di vita. Abbiamo bisogno di moderazione, non di divieti”. Così su Twitter Herbert Dorfmann (PPE), primo firmatario insieme a Paolo De Castro (S&D) di quattro emendamenti alla relazione presentati ieri alla plenaria di Strasburgo.
Soddisfatta anche Stefania Zambelli, europarlamentare della Lega e membro della commissione per la Lotta al cancro. “Respinto il tentativo da parte dell’Europa di criminalizzare le nostre eccellenze. Questa non è una vittoria della Lega o di un singolo partito, ma una vittoria del buonsenso”. Anche il Movimento 5 Stelle ostenta soddisfazione. “Abbiamo detto no a banali strumentalizzazioni fuorvianti che avrebbero nuociuto ad una nostra eccellenza, patrimonio culturale riconosciuto in tutto il mondo”, spiega il pentastellato Dino Giarrusso.
“Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino, le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C.”, afferma in una nota il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ringraziare per il lavoro di squadra i parlamentari italiani per la difesa di “un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone” Secondo Prandini “è stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette”.
Non comparirà nessuna scritta ‘nuove gravemente alla salute’, anche se l’obiettivo del Parlamento UE erea quello di richiamare l’attenzione sul fattore di rischio. Certo è che non appare evidente il tentativo di assestare un colpo al settore vitivinicolo attraverso bollini neri, di cui la relazione approdata in Aula nella sua versione originale non parla. La strategia di prevenzione comprende l’attenzione ad abitudini sane, incluse quelle alimentari, e il richiamo alle sostanze alcoliche si inquadra in questo contesto.
Modifiche anche per quanto riguarda il divieto di pubblicità di bevande alcoliche laddove si invitata a proibire la pubblicità di bevande alcoliche in occasione degli eventi sportivi “qualora a tali eventi partecipino principalmente i minori”. Ora questo invito vale gli eventi solo con minori.
La questione delle bevande alcoliche è stata oggetti di levate di scudi da più parti e più delegazioni, in ogni gruppo. Anche francesi, spagnoli, polacchi hanno manifestato perplessità sulle misure anti-alcol del piano per il cancro. Gli emendamenti rivendicati dall’Italia trovano il sostegno di rappresentanti di altri Paesi, tutti a difesa del ‘made in’.
In Parlamento non è passata poi neanche l’equiparazione tra tabacco combusto (cioè le sigarette tradizionali) e quello riscaldato. “Mantenere una differenza tra il tabacco combusto e quello senza combustione è importante, non sono la stessa cosa. – sottolinea De Castro – Ci sono tanti studi scientifici, condotti in vari Paesi che dimostrano che il tabacco riscaldato fa meno male: una proporzionalità va mantenuta”. La questione è di grande importanza per l’Italia, che non solo è il primo produttore di tabacco in Ue ma è anche il Paese dove c’è il fulcro produttivo dei nuovi prodotti a tabacco riscaldato (senza combustione) che rappresentano una rivoluzione per questo comparto agricolo e sono il futuro di questa filiera anche in termini di innovazione.
“Si è riconosciuto che il tabacco riscaldato e il vaping rappresentano un’alternativa al fumo tradizionale”, ha commentato Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia e relatore ombra per il gruppo ECR in commissione BECA.