Bruxelles – La mortalità in eccesso nell’UE, cioè il numero dei decessi in più rispetto alle condizioni normali, è tornata ad aumentare nell’autunno del 2021, raggiungendo un nuovo picco di +26 per cento a novembre e chiudendo l’anno a dicembre con il +23 per cento. E’ quanto attestano gli ultimi dati Eurostat, l’ufficio statistico europeo, pubblicati oggi (16 febbraio) sull’eccesso di mortalità nell’UE, che da due anni a questa parte, da quando è scoppiata la pandemia da COVID-19, presenta un notevole incremento rispetto al periodo 2016-2019. L’Italia tra novembre e dicembre è rimasta tra i Paesi con il rialzo minore, rispettivamente +4,3 per cento e 8,2 per cento.
Il minimo dell’anno è stato toccato a luglio con il +6 per cento e poi è stato tutto in salita: l’indicatore era al +9 per cento ad agosto, +13 per cento a settembre e +18 per cento a ottobre 2021 (rispetto alle medie degli stessi mesi 2016-2019), rimanendo alto anche a dicembre 2021 (+23 per cento), se pure in discesa rispetto al picco registrato a novembre. Eurostat certifica forti differenze tra Stati membri, si passa dal +4 per cento in Svezia e +5 per cento in Finlandia e Irlanda, fino a +60 per cento in Slovacchia e +69 per cento in Polonia.
Picchi come quello registrato in novembre si erano attestati già ad aprile 2020 (+25 per cento), novembre 2020 (+40 per cento) e aprile 2021 (21 per cento). Complessivamente, rispetto al 2020 e a partire febbraio 2021 è stata osservata una leggera diminuzione dell’eccesso di mortalità per la maggior parte dei Paesi anche grazie allo sviluppo dei vaccini e all’inizio delle campagne di vaccinazioni. Un nuovo picco più contenuto è seguito poi a marzo e aprile 2021, raggiungendo il 21,0 per cento, rispetto al periodo di riferimento 2016-2019. A maggio, giugno e luglio 2021, il numero complessivo di decessi nell’Unione europea è ulteriormente diminuito, raggiungendo un tasso complessivo del 5,6 per cento a luglio 2021, il tasso più basso da luglio 2020.