Roma – Una batteria contro il semaforo. Si può riassumere così l’iniziativa con la quale l’Italia prosegue nel solco dell’opposizione al Nutriscore, il sistema di etichettatura nutrizionale adottato dalla Francia e che si discute di allargare a tutta l’UE. Al posto de semaforo francese, il governo italiano propone ai partner europei la Nutrinform battery, una sorta di batteria che rappresenta graficamente in etichetta i valori nutrizionali di un alimento.
“La posizione dell’Italia è contraria all’adozione di meccanismi fondati sui cosiddetti semafori alimentari”, dice il ministro degli esteri Luigi Di Maio presentando l’iniziativa. A suo avviso sono “ispirati a una logica semplicistica e priva di chiari fondamenti scientifici”. È per questo che, con il coinvolgimento del Ministero della Salute, di quello per le Politiche agricole, dell’Istituto superiore della sanità e del CREA si è messa a punto un’alternativa.
Per il ministro della Salute Roberto Speranza, il Nutrinform battery è “più adatto, godendo di un’oggettività legata al rapporto tra macronutrienti, energia e porzione, che permette di rendere l’etichettatura uno strumento più efficace e comprensibile”. L’obbiettivo, come per il Nutriscore, è quello di favorire l’adozione di una dieta più equilibrata tra i cittadini europei, mettendoli in guardia dagli alimenti meno salutari.
Oltre agli aspetti legati alla salute, tuttavia, la posta in palio è anche (forse soprattutto) economica. Lo si capisce dalle parole del ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, secondo il quale con il sistema Nutrinform Battery “l’Italia intende guardare al futuro dei sistemi agroalimentari europei, poiché il nostro Paese non può accettare la tendenza verso un modello di omologazione dei prodotti” della terra. Molte delle produzioni italiane, infatti, verrebbero penalizzate dal sistema di etichettatura a semaforo. La dimensione del rischio è indicata dallo stesso Patuanelli: “Il nostro Paese ha 841 prodotti DOP, IGT e SGT, un valore alla produzione di 16,6 miliardi di euro con marchi che hanno una protezione e che rappresentano l’eccellenza e la distintività dell’agroalimentare italiano”.
Su questo aspetto punta anche la capodelegazione M5s al Parlamento europeo Tiziana Beghin, portando l’eco dell’iniziativa italiana a Strasburgo. “Il Nutrinform tutela le eccellenze enogastronomiche italiane ed europee ma soprattutto informa correttamente il consumatore sulle proprietà organolettiche degli alimenti”, sostiene Beghin, che si attende “dalla Commissione europea una valutazione seria e approfondita della proposta italiana, che ha tutte le carte in regola per diventare l’etichettatura ufficiale di tutta l’Unione europea”.
La partita è ancora aperta, e anche il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio sottolinea quanto sia “fondamentale che le soluzioni in questo ambito non siano di parte ma condivise attraverso una riflessione ampia all’interno dell’UE”. Vedremo come la proposta italiana sarà accolta a Bruxelles.