Bruxelles – L’Unione Europea porta avanti il lavoro per garantire la sicurezza energetica del continente, nel timore di una possibile interruzione di forniture di gas dalla Russia. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha avuto questa mattina una telefonata con il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, come a sancire la decisione di quest’ultimo di dirottare in UE il proprio surplus di gas naturale liquefatto (GNL) “in segno di solidarietà” all’Europa. Nel corso della telefonata, i due leader hanno ribadito “che Ue e Giappone continueranno a cooperare per garantire la sicurezza energetica di entrambe le parti”.
In coordinamento con l’amministrazione statunitense, l’UE ha iniziato settimane fa il lavoro di contatto con altri partner internazionali per diversificare l’arrivo delle forniture di gas nel pieno della crisi geopolitica con Mosca. Stati Uniti hanno già aumentato i rifornimenti di Gnl all’alleato europeo, come anche la Norvegia (il secondo più grande fornitore di gas all’Europa). Discussioni sono in corso con il Qatar, l’Azerbaijan e ora anche Tokyo. Si lavora per garantire spedizioni extra di gas o Gnl che riescano a compensare i flussi più bassi della media degli impianti della compagnia energetica russa Gazprom in Europa.
Negli ultimi due giorni anche la vice-presidente esecutiva responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sta lavorando in Nigeria per rafforzare la partnership con l’Ue e garantire più forniture di gas al continente. Oggi si è recata nella capitale Abuja dove ha incontrato Otunba Niyi Adebayo, il ministro dell’industria, del commercio e degli investimenti della Nigeria per esplorare “tutte le opzioni per una maggiore fornitura di gas naturale liquefatto dalla Nigeria all’Ue”. A breve, confermano fonti Ue, sarà organizzato un incontro tecnico tra i due partner per approfondire la questione.
L’Europa dipende dalla Russia per quasi il 40 per cento del suo gas naturale, di cui la maggior parte passa attraverso i gasdotti Yamal-Europe, che attraversa la Bielorussia e la Polonia fino alla Germania, e Nord Stream, che arriva direttamente in Germania, passando per l’Ucraina. L’UE da settimane denuncia il comportamento anomalo di Gazprom sul mercato energetico, su cui ha avviato una indagine approfondita nel momento in cui la compagnia ha deciso di non aumentare le forniture di gas nonostante le richieste di Bruxelles, tagliando anche le vendite spot.
La diversificazione delle forniture di gas non è l’unico piano di emergenza a cui sta lavorando Bruxelles. Presto ci saranno nuove misure messe in campo dalla Commissione europea che si affiancheranno alla proposta avanzata a dicembre per un appalto congiunto di gas a livello europeo, l’ampliamento degli impianti di stoccaggio del gas in Ue e l’idea di mettere a punto riserve strategiche di gas. La nuova comunicazione sull’energia arriverà il 2 marzo, salvo cambiamenti dell’ultima ora nell’agenda di Bruxelles e servirà a rafforzare lo strumentario contro il caro energia presentato agli Stati lo scorso ottobre. La Commissione rimane convinta che la crisi del gas sia innanzitutto una crisi dettata dalla dipendenza europea dai combustibili fossili e in particolare dal gas, che la rende dipendente per il 90 per cento dalle importazioni. La soluzione alla crisi si chiama “Green Deal” ed entro l’estate arriveranno le linee guida agli Stati membri per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili su larga scala, come ha confermato ieri la commissaria all’Energia, Kadri Simson, in un confronto con la plenaria del Parlamento Ue riunita a Strasburgo. In cantiere per il 2022 anche una nuova comunicazione sull’energia solare per accelerare la transizione verde.