Dall’inviato Strasburgo – Tutti d’accordo sul principio, di accesso a prevenzione e cure oncologiche per tutti, ma nel merito qualcosa non va. La strategia dell’UE per la lotta al cancro mette tutti d’accordo, ma le azioni di prevenzione che passano per la riduzione di fumo e assunzione di bevande alcoliche incontrano qualche resistenza tra i gruppi politici. E’ questa il maggiore punto interrogativo per un voto legato agli emendamenti.
Il documento approvato dalla commissione per la Lotta al cancro approda in Aula. Si chiede, tra le altre cose, di favorire l’accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera e alle sperimentazioni cliniche per i malati di cancro, estendere l’uso di procedure di appalto congiunte, gestire la carenza di farmaci antitumorali, garantire il “diritto all’oblio” e garantire parità di accesso a farmaci e trattamenti antitumorali innovativi. Tutte misure che si spiegano con i numeri: ogni anno contraggono un tumore 1,3 milioni di cittadini europei, 6mila di quali bambini. Si stima che il 40 per cento dei casi diagnosticati potrebbero essere evitati con la prevenzione, e si chiede di correre ai riparti.
Prevenzione però non è solo controllo medico, è anche l’insieme delle abitudini alimentari. L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC) stima che nel territorio europeo circa il 10 per cento di tutti i casi di malattie oncologiche negli uomini e il 3 per cento di tutti i casi nelle donne sono riconducibili al consumo di alcol. Non solo. C’è anche il tabacco nelle pratiche da eliminare per scongiurare, col tempo, il rischio di carcinomi di diversa natura. Quindi, secondo il testo, ” le sigarette elettroniche non dovrebbero essere attraenti per i minori e i non fumatori”, e si invita pertanto la Commissione UE a valutare, nel quadro della direttiva sui prodotti del tabacco, quali aromi delle sigarette elettroniche esercitano un fascino particolare sui minori e i non fumatori e a proporre un divieto per tali aromi.
Il dibattito in Aula che anticipa il voto (atteso domani, 16 febbraio), mostra una sostanziale convergenza della maggioranza dei gruppi. Tanto che c’è fiducia sul fatto che la relazione della commissione per la Lotta al cancro possa essere approvata dall’Aula. Ma i rischi si annidano nelle questioni relativi a tabacco e alcol. Pietro Fiocchi (FdI/ECR) è tra quanti vorrebbero non colpire in questi comparti. “Colpire tabacco e vino è un errore. Si rischiano commerci illegali e comportamenti sbagliati”. Dal gruppo ID arriva la richiesta di gestione sovrana delle politiche per la salute. “Siamo a favore della lotta al cancro, ma ricordiamoci che è una competenza nazionale”, scandisce Joelle Mélin.
Dai banche dei non iscritti la linea per il sostegno alla lotta al cancro ma richiamo per alcuni cambiamenti arriva da Chiara Gemma. “Servono misure concrete, maggiori investimenti nella ricerca e basta disuguaglianze nei trattamenti terapeutici. Tutti devo avere le stesse opportunità di cura”. Però, avverte l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, “dobbiamo evitare i facili slogan: il consumo responsabile di vino è cosa ben diversa dall’abuso di alcol”.
Chiedono di andare avanti PPE e Verdi. “Sfortunatamente il dibattito si è concentrato sul vino”, lamenta Peter Liese. “Ma il cancro è il più grande killer di bambini di un anno, e credo che tutti dovremmo approvare questo testo”. Sulla stessa lunghezza d’onda la green Tilly Metz “Chiediamo di bandire pubblicità di alcolici agli eventi sportivi, e le sigarette elettroniche sono attraenti per i più giovani”, e la collega Manuela Ripa invita a “non annacquare la proposta”.
Per i socialdemocratici (S&D) è la coordinatrice del gruppo, l’europarlamentare del PD, Alessandra Moretti, a ricordare la posta in gioco. “In una prospettiva più ampia credo che questo Piano dovrà essere inserito nella cornice di una vera Unione europea della salute, che dovremo costruire sui principi di equità nell’accesso. Sul principio, fondamentale, che la salute e la cura sono per tutti, senza distinzioni sociali o territoriali”. I principali gruppi marciano compatti. I liberali guidano questo tentativo di un cambio di marcia nella lotta la cancro. La relatrice Véronique Trillet-Lenoir insiste: “Il cancro è un’ingiustizia”, da risolvere.