Maastricht – Forza armata europea a scopo difensivo, rimozione del voto all’unanimità e revisione del regolamento di Dublino, che dal 1997 disciplina la politica migratoria dell’Unione Europea (con qualche piccola modifica nel 2003 e nel 2013). Sono alcune delle raccomandazioni approvate oggi (13 febbraio) dai cittadini europei del quarto panel della Conferenza sul futuro dell’UE, dedicato ai temi della politica estera e migratoria dell’UE. Nel fine settimana (dall’11 al 13 febbraio) è stata la simbolica città olandese di Maastricht ad aver fatto da cornice all’ultimo incontro di questo panel.
Simbolica perché trent’anni fa ha ospitato la firma del trattato che porta il suo nome che ha iniziato a dare forma all’Unione Europea per come la conosciamo oggi, portando avanti anche il processo di integrazione. Il fine settimana è stato decisivo per arrivare a formulare le raccomandazioni: nel corso dei tre giorni, i 161 cittadini presenti e i 23 connessi online (non tutti e 200 i cittadini del panel hanno partecipato) hanno elaborato e discusso su 46 enunciati, approvandone in tutto 40. Per essere approvate le raccomandazioni devono ricevere oltre il 70 per cento dei consensi. Tutti i cittadini, all’arrivo, vengono dotati di tablet personali su cui esprimere il proprio parere con un pollice in su (che significa “essere d’accordo” con la raccomandazione) o al contrario con un pollice in giù.
Le raccomandazioni sono articolate in cinque flussi tematici che spaziano tra i macro-temi della dimensione esterna dell’UE, del suo ruolo come potenza su scala globale fino alla gestione dei flussi migratori e sono: “Autosufficienza e stabilità”; “L’UE come partner internazionale”; “Una forte UE in un mondo pacifico”; “Migrazione da un punto di vista umano”; “Responsabilità e solidarietà nella UE”.
Quote, solidarietà e potenziamento di Frontex
Le discussioni più accese ci sono state tra i temi più caldi sul tavolo “come i migranti, se e come distribuirli e con quali criteri, se chiudere le frontiere o aprirle”, ci racconta Laura Maria, che è stata selezionata tra i 20 ambasciatori di questo panel. Dal quinto filone, con ampia maggioranza (90,26 per cento dei consensi) i cittadini chiedono di sostituire l’attuale sistema di Dublino con un nuovo trattato giuridicamente vincolante per assicurare una distribuzione giusta e proporzionata dei richiedenti asilo in base alla “solidarietà e alla giustizia”. Sottolineano anche che la proposta avanzata dalla Commissione Europea a settembre 2020 per un nuovo patto sulle migrazioni sia un “buon inizio” e dovrebbe essere messo in forma legale con “quote di distribuzione dei rifugiati tra Stati membri”.
Con l’81 per cento dei consensi propongono inoltre di assegnare più potere e indipendenza a Frontex, la controversa Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, per “intervenire in tutti gli Stati membri in modo da garantire la protezione di tutti i confini esterni dell’UE”. Visti i problemi che l’UE ha con l’agenzia e i presunti respingimenti dei migranti, i cittadini aggiungono di dover garantire “piena trasparenza nel funzionamento di Frontex per evitare ogni tipo di abuso”. Raccomandano inoltre la creazione di una istituzione europea o il rafforzamento dell’Agenzia europea per i richiedenti asilo che elabori e decida sulle richieste di asilo in tutta l’UE sulla base di standard comuni.
Anche le definizioni che riguardano le migrazioni sono state molto divisive, ad esempio “cosa far rientrare nella definizione stessa di migrante regolare”, ci spiega Laura Maria. Tra le 46 raccomandazioni iniziali su cui oggi i cittadini erano chiamati a esprimersi c’era anche la proposta di estendere la definizione di “migrante regolare” anche ai migranti cosiddetti climatici, costretti a migrare in conseguenza agli effetti del cambiamento climatico (da luoghi troppo caldi o su cui si abbattono gli eventi climatici estremi) che al momento non sono riconosciuti con uno status particolare. La raccomandazione tuttavia non è passata perché ha raccolto solo il 67,53 per cento dei consensi. Pollice verso anche per la proposta di “potenziamento immediato e il finanziamento di rotte e mezzi di trasporto legali e umanitari per i rifugiati delle aree di crisi in modo organizzato”, che nei fatti significano corridoi umanitari.
L’esercito europeo e il superamento del voto all’unanimità
Altro tema di punta del quarto panel sul futuro dell’UE era quello della difesa. Nel pieno del conflitto in corso con la Russia e il timore che si possa arrivare a una escalation di tensione per un’eventuale invasione dell’Ucraina, i cittadini europei propongono la costituzione di una “forza armata congiunta dell’Unione europea” che “sia usata principalmente per scopi di autodifesa”. Un esercito unitario a cui a Bruxelles già si lavora nel quadro della bussola strategica nella quale sia esclusa ogni “azione militare aggressiva di qualsiasi tipo”. Il dispiegamento delle forze dovrebbe essere essere subordinato a un via libera legale da parte del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
E’ inoltre necessario, secondo le raccomandazioni approvate, superare il voto all’unanimità per tutte le questioni politiche, fatta eccezione per l’allargamento (l’ammissione di nuove adesioni) e le modifiche ai principi fondamentali dell’UE sanciti dall’articolo 2 del trattato. La revisione del voto all’unanimità era stata oggetto anche delle raccomandazioni del panel precedente dedicato alla Democrazia, valori e stato di diritto il cui ultimo incontro si è tenuto a Firenze. Sempre in relazione ai principi dell’Unione Europea, i cittadini chiedono all’UE di rafforzare la sua capacità di sanzionare gli Stati membri ma anche i gruppi e le organizzazioni “che non rispettato i suoi principi fondamentali”.
Autonomia energetica e nucleare nel futuro dell’UE
I primi due flussi tematici sono dedicati al ruolo dell’Unione nel mondo, come partner internazionale, modello di sviluppo economico e anche alla necessità che si renda indipendente da un punto di vista energetico. Vista la crisi attuale dei prezzi dell’energia “l’UE dovrebbe ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di petroli e di gas”, che la rendono dipendente per il 90 per cento da Stati terzi, come la Russia. E anche adottare una nuova strategia per essere più autonoma nella sua produzione di energia” con l’istituzione di un organismo europeo per coordinare lo sviluppo delle energie rinnovabili.
La questione ambientale è perfettamente trasversale in tutti i panel. Anche qui si chiedono standard ambientali più stringenti per quanto riguarda l’esportazione di rifiuti all’interno dell’UE (91 per cento dei consensi) e l’introduzione di una etichetta ambientale (eco-score) obbligatoria da apporre sulla parte anteriore di tutti i prodotti che calcoli le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione e dal trasporto. L’immagine di eco-score che hanno in mente i cittadini è quella del Nutriscore – ci ha spiegato una cittadina – l’etichetta nutrizionale che alcuni Paesi membri hanno adottato per la loro filiera alimentare: l’eco-score non andrebbe a calcolare i valori nutrizionali dei prodotti, ma il loro impatto ambientale. Ma l’idea è quella di una etichetta semplificata che aiuti i consumatori a capire quanto gravano sull’ambiente i prodotti che comprano.
I cittadini entrano anche nella debacle in corso in Europa sull’energia da nucleare e chiedono ai Paesi UE di “esaminare più attentamente la questione”. Secondo loro dovrebbe esserci a livello europeo una “maggiore collaborazione intorno alla valutazione dell’uso di energia nucleare e del suo ruolo nella transizione”, ma come è evidente la raccomandazione resta molto sul vago anche dal momento che la decisione sul mix energetico nazionale è unicamente in capo agli Stati. Si raccomanda anche di fissare a livello europeo un obiettivo di eliminazione degli imballaggi inquinanti.
I prossimi passi per il dibattito sul futuro dell’UE
Dal 25 al 27 febbraio si terrà a Dublino l’ultima riunione dell’ultimo panel della Conferenza sul futuro dell’UE che ancora non ha formulato le raccomandazioni: quello dedicato a “Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione/Istruzione, cultura, gioventù e sport/Trasformazione digitale”. Durante la plenaria di marzo ci sarà modo per presentare alle istituzioni le raccomandazioni, dopodiché le plenarie successive cambieranno modus operandi e i cittadini insieme alle istituzioni di Bruxelles e quelle nazionali dovranno entrare nello specifico delle raccomandazioni, per capire in che modo dargli seguito.