Roma – Salvare il vino dalla “furia ideologica” che vorrebbe condannarne il consumo oltre che l’abuso. È la missione che accomunerà le delegazioni degli eurodeputati italiani alla prossima sessione Plenaria del Parlamento UE, in programma a Strasburgo dal 14 al 17 febbraio.
L’espressione tra virgolette appartiene a Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo ECR, ma rappresenta una convinzione che, con diverse sfumature di toni, appartiene a tutti i rappresentanti italiani che siedono all’Eurocamera: bisogna impedire che l’uso e l’abuso di vino siano considerati sullo stesso piano nella relazione della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro (BECA).
Il documento, sebbene abbia solo valenza di indirizzo politico, ha già suscitato polemiche nel nostro Paese per via della condanna senza sfumature del consumo di alcol. Le maggiori preoccupazioni provengono dal settore vitivinicolo. In particolare, è il passaggio che invita all’adozione di un sistema di etichettatura per mettere in guardia i consumatori sui rischi di cancerogenesi legati al consumo di alcolici.
In una relazione sulla prevenzione e riduzione del cancro, spiega a Eunews Alessandra Moretti, europarlamentare e coordinatrice del gruppo S&D in commisione BECA, “non si può scrivere che il consumo di alcolici, poco o tanto che sia, non sia correlato all’insorgenza di tumori. Tutti gli studi scientifici dicono la molecola dell’alcol provoca il cancro”. Tuttavia, rassicura, “nella relazione non è mai menzionata la parola vino e nessuno intende demonizzarlo”. Anzi, l’esponente del PD ricorda di essersi battuta “perché fosse inserito un riferimento alla dieta mediterranea” tra le buone pratiche di prevenzione dei tumori, “proprio perché c’è anche il bicchiere di vino”. Un menù che il mondo ci invidia.
Al di là di queste rassicurazioni, gli eurodeputati italiani sembrano comunque intenzionati a intervenire sulla questione dell’etichettatura, per evitare che sulle bottiglie di vino possano essere imposti “messaggi minacciosi”. Parola dell’esponende di Forza Italia Luisa Regimenti, che fa il parallelo con le informazioni sui rischi impresse per legge sui pacchetti di sigarette e tabacco.
La relazione della Commissione BECA “pone con iniziative concrete un obbiettivo chiaro: far sì che si possa ridurre l’incidenza del cancro” sulla popolazione europea, riconosce il capodelegazione del PD Brando Benifei, precisando però che “non vanno penalizzate determinate produzioni” come quella vitivinicola.
Se la comunanza di intenti è pressoché totale per gli italiani, tuttavia, lo stesso Benifei ammette che il discorso è diverso all’interno delle famiglie politiche europee. “I gruppi sono divisi”, sostiene, e anche tra i socialisti “si discuterà all’inizio della prossima settimana”. Prevale però l’ottimismo che “ci sia una possibilità, non solo dal lato italiano ma a livello dei principali gruppi”, per far passare gli emendamenti che introdurrebbero una netta distinzione tra il consumo e l’abuso di vino.
La dicotomia tra la posizione italiana e quella comune è ancor più marcata nel gruppo dei Verdi, che propone una linea di “misure più stringenti per ridurre l’uso di alcol”, segnala la co-portavoce nazionale di Europa Verde Eleonora Evi. Distinguendosi dalla posizione ufficiale, Evi assicura che insieme con i suoi connazionali del gruppo si schiererà invece “su una posizione più vicina a quella italiana”.
Un importante contributo al raggiungimento dell’obbiettivo italiano potrà arrivare con ogni probabilità anche dalle delegazioni francesi, la cui necessità di proteggere il settore vitivinicolo è pari a quella degli italiani.
Se la difesa del vino accomunerà Francesi e Italia, tuttavia, c’è un altro fronte sul quale gli interessi potrebbero invece divergere. L’Assemblea dell’Europarlamento sarà infatti chiamata a pronunciarsi anche sulla Relazione di esecuzione sul benessere degli animali nelle aziende agricole. Su questo tema è il pentastellato Mario Furore a promettere battaglia: “Va bandita la pratica dell’alimentazione forzata delle oche per il foie gras”. L’attesa della Plenaria di febbraio si fa quindi impaziente per chi vuol capire se accompagnare o no un buon bicchiere con un crostino al fegato d’oca.