Bruxelles – La Russia non ha alcuna intenzione di aumentare le forniture di gas all’Europa. Gli impianti della compagnia energetica russa Gazprom nel continente “non sono riempiti quanto dovrebbero e i flussi di gas che solitamente passano attraverso l’Ucraina rimangono bassi. Tutto questo dimostra che Gazprom non si comporta come un regolare fornitore di gas” all’Europa. A ribadirlo, ancora, è la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in un videomessaggio registrato alle Giornate europee dell’Industria 2022 in cui ha approfittato per mandare un messaggio alla Russia: anche senza le forniture di gas russo, Bruxelles se la caverà.
“La buona notizia è che l’Unione Europea ha svolto i suoi compiti dalla crisi in Ucraina del 2014” con l’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia. E come qualche giorno fa aveva sottolineato la commissaria per l’Energia, Kadri Simson, oggi in UE “abbiamo oltre 20 grandi impianti di GNL (gas naturale liquefatto) e le nostre infrastrutture di gas sono interconnesse tra di loro. Questo riduce la nostra dipendenza dal gas russo e ci consente di diversificare le nostre forniture”, ha spiegato von der Leyen.
Passa poi a elencare tutti gli impegni di fornitura con nuovi e vecchi alleati energetici per aumentare le forniture di gas all’UE. Stati Uniti, Norvegia, Algeria, Qatar e Azerbaijan: con molti di questi partner la Commissione Europea ha interagito nelle scorse settimane con successo. Non solo Stati Uniti, anche il Giappone ha intenzione di dirottare alcuni carichi di gas naturale liquefatto (GNL) verso l’Europa su richiesta di Stati Uniti e Unione Europea, ha fatto sapere ieri il ministro dell’Industria, Koichi Hagiuda, annunciando che le spedizioni extra dovrebbero arrivare a Bruxelles già dal mese prossimo. “Abbiamo deciso di rispondere alle richieste degli Stati Uniti e dell’UE di inviare GNL in Europa, dove la fornitura di gas è scarsa”, ha affermato il ministro ai giornalisti, come riporta Reuters.
La diversificazione delle forniture di gas non è l’unico piano di emergenza a cui lavora la Commissione Europea. Come scrivevamo giorni fa, Bruxelles presenterà “presto nuove misure agli Stati membri”, ha confermato von der Leyen nel suo intervento. Misure che affiancheranno l’idea “di un appalto congiunto di gas a livello europeo, di ampliare i nostri impianti di stoccaggio del gas e di mettere a punto riserve strategiche di gas”. Anche se il modo migliore di uscire dalla crisi si chiama “Green Deal” e decarbonizzazione dell’economia europea: nei prossimi mesi seguiranno nuove raccomandazioni agli Stati membri per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili su larga scala. In cantiere per il 2022 della Commissione ci sono una nuova proposta sulla buone pratiche per i permessi sulle rinnovabili (le concessioni e autorizzazioni rimangono oggi uno dei problemi più urgenti da risolvere perché rallentano l’installazione di nuova capacità) e dall’altra una nuova comunicazione sull’energia solare. “La risposta alla crisi non è frenare l’ambizione verde, ma accelerarla”, ha concluso la presidente.