Roma – La soluzione è semplice: “Avviare le gare per le concessioni esistenti”. Per Bruxelles non servono troppe evoluzioni per risolvere la questione della concorrenza nelle spiagge. Ed è il commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni a mettere in chiaro le richieste sulla legge che in Italia ha appena cominciato il suo percorso in Senato e per la quale si annuncia un cammino difficile.
“Sulle concessioni balneari non è che occorra rivedere molte norme: la soluzione che la Commissione europea indica da tempo è quella di riassegnare tramite gare le concessioni esistenti”, ha detto Gentiloni durante la conferenza stampa di presentazione delle nuove previsioni economiche. Una strada da perseguire “tenendo conto delle professionalità e degli investimenti fatti finora e delle ricadute sociali ma senza favorire questo o quel soggetto o modelli di gestione” mantenendo il rispetto della concorrenza.
Alle parole di Gentiloni è seguito un duro attacco del leader della Lega Matteo Salvini, che con il centrodestra si è sempre schierato contro le gare aperte e l’applicazione dei principi di concorrenza anche per le imprese balneari. Un “indegna invasione di campo anti-italiana da parte di un commissario europeo nominato dall’Italia” accusa il capo leghista, secondo il quale i suoi ministri starebbero lavorando a “una soluzione che, nel rispetto delle regole non permetta la svendita delle spiagge italiane”.
In verità, il dossier spiagge, che resta uno dei pezzi più scottanti della legge sulla concorrenza che ha appena cominciato il suo cammino in Senato, sarà preso in carico personalmente dal premier Mario Draghi.
Le concessioni balneari per Bruxelles restano nella black list della concorrenza e da alcuni mesi hanno avuto l’ennesimo ultimatum dal Consiglio di Stato che ha riconosciuto il primato delle norme europee sulle proroghe concesse dai diversi governi precedenti. Difficilmente il tema potrà essere aggirato come in altre occasioni: la legge sulla concorrenza attualmente in discussione in Commissione al Senato (e che riguarda anche altri servizi di pubblica utilità, trasporti, mercato energetico), rientra nel capitolo delle riforme sollecitate con più forza dall’Unione europea e anche da essa dipendono gli obiettivi garantiti per ottenere i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.