Bruxelles – La Polonia è nell’occhio del ciclone europeo e il motivo è sempre lo stesso: inosservanza delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e rifiuto di pagare le multe comminate. Dopo l’infinita questione delle violazioni dello Stato di diritto e i quasi 70 milioni di euro di multe accumulate, l’esecutivo comunitario ha fatto sapere attraverso il suo portavoce Balazs Ujvari di aver notificato alla Polonia che saranno trattenuti circa 15 milioni di euro dai fondi comunitari destinati a Varsavia. La causa è il mancato pagamento della Polonia di quanto imposto dalla Corte UE per non aver fermato le operazioni nella miniera di lignite di Turów e della centrale elettrica al confine con la Repubblica Ceca.
“Abbiamo la responsabilità di raccogliere l’importo di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’UE, fino a quando il caso non sarà chiuso”, ha chiarito oggi (mercoledì 9 febbraio) il portavoce della Commissione durante il punto quotidiano con la stampa. A dire la verità, il contenzioso sulla miniera di Turów è già stato chiuso ieri sera dai giudici dell’UE, come si legge in un comunicato su Twitter, ma la violazione della Polonia si riferisce al periodo dal 20 settembre dello scorso anno (giorno della sentenza della Corte) al 17 gennaio. Al momento sono state inviate due lettere a Varsavia: la prima copre dal 20 gennaio al 19 ottobre – per cui verranno detratti i 15 milioni di euro – mentre la seconda dal 19 ottobre al 18 novembre, “per la quale la Polonia ha ancora tempo per saldare il debito”, ha aggiunto Ujvari. La Commissione UE conterà 10 giorni dalla notifica prima di procedere con il prelievo.
Come già fatto notare dal gabinetto von der Leyen rispetto al caso delle violazioni dello Stato di diritto, non si è mai verificato un caso di non pagamento delle sanzioni da parte di un Paese membro. Si tratta della prima volta in assoluto che la Commissione trattiene del denaro destinato a uno dei Ventisette dai fondi comunitari per il mancato rispetto di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione EUropea. Il 20 settembre 2021 i giudici UE avevano inflitto alla Polonia una multa giornaliera di 500 mila euro, a seguito della denuncia da parte della Repubblica Ceca sulle operazioni della miniera di lignite di Turów.
Il contenzioso era iniziato nel febbraio dello scorso anno, quando Praga aveva annunciato che avrebbe citato in giudizio Varsavia davanti alla Corte UE. Secondo il governo ceco (e i giudici europei) le attività della miniera prorogate fino al 2026 avrebbero conseguenze negative sull’approvvigionamento idrico dei suoi cittadini sul confine. Al contrario, il governo polacco sostiene che l’area mineraria abbia un impatto minimo a livello idrogeologico e per le acque sotterranee. La miniera di Turów alimenta una centrale elettrica che fornisce tra il 4 e il 7 per cento dell’energia elettrica del Paese.
Venerdì scorso (4 febbraio) Polonia e Repubblica Ceca hanno trovato un accordo per risolvere la disputa, che prevede 45 milioni di euro di compensazione da parte del governo polacco e della compagnia elettrica statale PGE (che possiede la miniera), nuove regole di cooperazione intorno alla miniera e l’impegno di Varsavia a costruire una barriera sotterranea per fermare il deflusso dell’acqua oltre il confine. Grazie a questo accordo la Corte di Giustizia dell’UE ha deciso di chiudere il caso, ma rimane aperto quello del pagamento delle multe: il governo guidato da Mateusz Morawiecki ha già annunciato che farà ricorso contro la decisione della Commissione.