Roma – Con nuove regole è possibile il compromesso tra debito e crescita. Un tema che sarà affrontato a marzo quando “i leader dell’UE terranno un vertice speciale, incentrato anche su un nuovo modello di crescita per l’Europa”.
Davanti agli studenti dell’Università Bocconi il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni indica come “i prossimi mesi siano decisivi” per la direzione che l’Europa vorrà a prendere, dibattito che porterà entro la prossima estate alle nuove regole fiscali.
La crisi economica sanitaria prima, la reazione con il programma Next generation EU hanno cambiato ed evoluto un quadro su cui si gioca il futuro comunitario. E i punti d’attacco sono nella necessità di “realizzazione di grandi investimenti per raggiungere gli obiettivi comuni” e rendere sostenibile livelli di debito più elevati che tutti i governi devono affrontare.
“Perché ormai è chiaro – sostiene Gentiloni – che la crescita è il modo migliore per mantenere la sostenibilità del debito che quindi deve rimanere al centro di qualsiasi revisione delle nostre regole”. La gran mole di investimenti stimati in 540 miliardi di euro l’anno solo per la transizione verde non consente dunque alternative e nel dibattito su un nuovo modello di crescita prevede “un ruolo più forte dello Stato nell’economia”. Tra gli altri input la questione più ampia dell’autonomia strategica anche attraverso le regole fiscali più efficaci.
La crisi sanitaria ha insegnato che l’integrazione europea può fare altri passi avanti, “la pandemia ha riacceso un senso di appartenenza, di comunità, ci ha ci ha ricordato che siamo più forti insieme”. “Una lezione” dice Gentiloni e ora sui temi delle nuove regole per la governance economica, la sfida della Commissione sarà “evitare il ripetersi delle vecchie divisioni tra i Paesi”.
La riflessione sul nuovo modello di crescita e sulla politica d’integrazione non tralascia il nuovo fronte delle politiche industriali che proprio in occasione della pandemia hanno mostrato una necessità e non solo in chiave di autonomia strategica. “Un tema che stiamo affrontando – spiega il commissario italiano che cita il settore dei semiconduttori per mostrare l’esigenza di intraprendere queste azioni.
Incalzato dalle domande dei bocconiani, Paolo Gentiloni affronta anche la questione della tassonomia appena portata all’attenzione dalla Commissione europea. “Il nucleare non è una soluzione. Magari avremo centrali diverse ma queste sono fonti di energia per la transizione e non per il futuro a cui stiamo lavorando”. Poi la confessione che ricorda gli esordi del suo impegno politico del giovane ambientalista: “Sono orgoglioso della decisione presa da alcuni paesi tra cui l’Italia di lasciare il nucleare per i rischi e per i costi”. Scelta di cui ha ricordato di essere stato “tra i promotori, ma non ditelo troppo in giro”.