Bruxelles – Si allungano i tempi di approvazione dei piani strategici della Politica agricola comune da parte della Commissione Europea. “Realisticamente parlando non credo si arrivi ad adottare nessuno dei piani entro la fine di giugno”, ha riferito ieri (2 febbraio) Mihail Dumitru, vice direttore generale della DG Agri della Commissione Europea, in una discussione con la commissione agricoltura del Parlamento Europeo.
Al centro del confronto c’erano i prossimi passi che i governi dovranno compiere nel segno della pianificazione strategica della politica agricola, con cui dovranno indicare come raggiungere i 9 obiettivi della Pac concordati a livello europeo. Per l’Esecutivo europeo non si tratta di un vero e proprio ritardo, l’importante è arrivare a dicembre 2022 con tutti i piani controllati, eventualmente aggiustati e adottati. “Dobbiamo completare il processo alla fine dell’anno prima che la nuova PAC entri in vigore (dal primo gennaio 2023) ma ciò non significa che dobbiamo approvarla entro la metà del 2022”, ha spiegato. In realtà, inizialmente la Commissione ha pensato di poter adottare i piani strategici già nel primo semestre dell’anno, in modo da poter dare tempo agli agricoltori di “abituarsi” alle nuove regole prima della effettiva entrata in vigore della PAC riformata.
L’anno però è già partito in ritardo: ad oggi, solo 22 Stati membri hanno presentato a Bruxelles il proprio piano strategico (l’Italia è tra questi). All’appello mancano cinque Stati membri (Germania, Slovacchia, Belgio, Bulgaria, Romania) e sei piani strategici, dal momento che il Belgio ne deve presentare due, uno per la Vallonia e uno per le Fiandre. Sui piani mancanti il funzionario ha aggiunto che la Commissione è in dialogo continuo con i Paesi membri. Si aspettano il piano della Slovacchia “da un momento all’altro”, quello tedesco a metà febbraio, ma per gli altri ancora non sembra esserci previsione. Il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha inviato loro “una lettera per sollecitarli”.
Nel frattempo, è iniziato il lavoro sui piani strategici già presentati a Bruxelles. “Quasi la metà dei piani è completa, presto potranno essere adottati della Commissione”, ha riferito, mettendo le mani avanti sul fatto che “non siamo ancora così avanti (nella valutazione) da sapere se sono in linea con la riforma”. Ha poi dettato l’agenda per i prossimi mesi: una volta ricevuto i piani, la Commissione si prenderà tre mesi di tempo per valutarli con l’idea di inviare una lettera con delle osservazioni a ciascuno, presumibilmente a marzo-aprile. Dalla lettera potrebbero passare altri sei mesi per l’approvazione finale. “Molto dipenderà da come andranno le discussioni con gli Stati membri”, ha aggiunto Dumitru.