Bruxelles – La Commissione europea ha sbagliato nella sua valutazione, e il Tribunale dell’UE annulla la maxi multa da 1,06 miliardi di euro nei confronti di Intel comminata nel 2009 per pratiche anticoncorrenziali. L’esecutivo Barroso all’epoca contestò la decisione della casa produttrice di processori di concedere sconti esclusivi a determinati clienti. Una politica che avrebbe portato a estromettere dal mercato i suoi concorrenti.
Di fronte a questa maxi-multa, la multinazionale ha fatto ricorso, vincendolo. Il Tribunale dell’UE ritiene che l’Antitrust comunitario abbia adottato la sua decisione senza avere tutti gli elementi a disposizione, e al termine di valutazioni parziali. “L’analisi realizzata dalla Commissione è incompleta e, in ogni caso, non permette di dimostrare in modo giuridicamente sufficiente che gli sconti controversi della ricorrente erano in grado o idonei ad avere effetti anticoncorrenziali”. Alla luce di questi riscontri il Tribunale annulla la decisione della Commissione nella parte in cui essa considera le pratiche contestate come costitutive di un abuso. Di conseguenza ciò “annulla integralmente” la parte della decisione che
che infligge a Intel un’ammenda pari a 1,06 miliardi di euro.
Non è la prima volta che la Commissione europea cerca di fermare i grandi operatori del mercato tecnologico. Anche nel caso di Apple, la casa della mela venne accusata di aver ricevuto aiuti di Stato contrari alle regole per 13 miliardi di euro. Al governo irlandese venne chiesto di recuperare la cifra indicata e oggetto di contestazioni, ma alla fine la giustizia dell’UE ha bocciato l’operato di Bruxelles. Anche in quel caso i rilievi sono stati gli stessi di oggi: l’esecutivo comunitario non ha fornito prove sufficienti.