Bruxelles – Cresce un fronte anti inserimento di nucleare e gas nella tassonomia verde anche nella stessa Commissione Europea. “Devo aspettare la bozza finale ma non ho mai nascosto la mia opinione sul nucleare”, ha dichiarato oggi (25 gennaio) il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, in una intervista all’ANSA ed ad un gruppo di agenzie europee, precisando che se il testo del secondo atto delegato resterà come nella bozza trasmessa agli Stati membri nella notte di capodanno “voterò contro”.
Hahn è l’ultimo di una lunga fila di posizioni contrarie che si sono manifestate nelle ultime settimane intorno alla proposta della Commissione Europea sul sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili, la cosiddetta Tassonomia verde, con cui Bruxelles punta a mobilitare forti somme di capitali (soprattutto privati) a favore della transizione ecologica. Voci contrarie dagli Stati, dal mondo ecologista e anche dall’Europarlamento, ma di fatto Hahn è il primo che formalmente vi si oppone facendo parte dello stesso collegio a guida Ursula von der Leyen che la bozza l’ha preparata.
Il commissario austriaco sposa in pieno la linea del governo di Vienna che insieme alla Spagna, Lussemburgo, Danimarca e Germania si è formalmente opposta all’inclusione dell’energia dell’atomo, se pure a certe condizioni, tra gli investimenti sostenibili che la tassonomia dovrebbe coprire. Ma Vienna e Lussemburgo si spingono anche oltre la formale contrarietà e minacciano di procedere con un’azione legale contro l’Esecutivo europeo se bozza fosse adottata così come è.
Ieri è stato pubblicato anche il parere (negativo) degli esperti che consigliano la Commissione attraverso la piattaforma UE sulla finanza sostenibile e secondo Hahn per avere il testo definitivo dell’atto delegato”ci vorrà ancora del tempo”. Per il commissario europeo il problema dei criteri sul nucleare è che manca una scadenza chiara sull’attività degli impianti, che quindi rischiano di non essere “di transizione”.
“Rispetto il fatto che si tratti di responsabilità nazionale ma la questione è parlare della tassonomia, della sostenibilità e degli aspetti transitori di tutto questo, se rimane così per il nucleare si parla di un periodo di transizione che in realtà è molto più di 100 anni“, ha richiamato. La bozza prevede che si possa fare richiesta dei permessi per la costruzione di nuovi impianti nucleari fino al 2045, mentre per estendere la vita degli impianti esistenti le autorizzazioni andranno rilasciate entro il 2040. A questo punto, viste le critiche che la Commissione sta ricevendo da più parti e su più fronti (anche quello interno) è probabile che arrivi a ritirare l’atto delegato o sia costretta a rivoluzionarne la sostanza, per evitare una bocciatura da parte dei co-legislatori, Consiglio e Parlamento.