Bruxelles – Diversificare i fornitori di gas all’Unione Europea per superare la dipendenza dalla Russia. La Commissione Europea conferma di voler sondare il terreno per capire quali partner commerciali possano aumentare a stretto giro le forniture di gas naturale nella regione, alle prese con una crisi energetica senza precedenti aggravata dalle tensioni geopolitiche con la Russia. “Stiamo discutendo con i nostri partner il potenziale per aumentare le forniture all’Europa”, ha riferito la commissaria per l’Energia, Kadri Simson, in conferenza stampa (sabato 22 gennaio) al termine della riunione tra i ministri per l’Energia e l’Ambiente ospitata dalla presidenza francese ad Amiens. Annuncia che il 4 febbraio “parteciperò alla conferenza ministeriale del Corridoio meridionale del gas in Azerbaigian e il 7 febbraio al Consiglio per l’energia UE-USA a Washington, per continuare queste discussioni”.
L’Unione è alle prese con una crisi energetica senza precedenti che ha spinto a livelli record i prezzi del gas e dell’elettricità, costringendo la Commissione Europea a varare in autunno una “cassetta degli attrezzi (toolbox)” per aiutare i governi a capire quali misure adottare per proteggere consumatori e aziende dall’aumento dei prezzi. Secondo l’analisi della Commissione, 22 Stati membri – Italia compresa – hanno adottato misure per affrontare la situazione tra cui tasse e imposte più basse, sostegno diretto ai redditi e buoni. Secondo l’Esecutivo comunitario, gli strumenti hanno aiutato circa 70 milioni di persone e diversi milioni di piccole e medie imprese, con più di 21 miliardi di euro mobilitati.
Oltre a mitigare le conseguenze della crisi, l’UE cerca di cambiare strategia. Mosca è il principale fornitore di gas naturale dell’Europa e Bruxelles sta indagando sul comportamento sul mercato della compagnia energetica Gazprom per comprendere il ruolo della Russia nella crisi. Gazprom sta rispettando i propri obblighi contrattuali a lungo termine verso l’Europa, ma ha ridotto le vendite spot (quelle immediate, diverse dai contratti a lungo termine) trattenendo in Russia gran parte delle forniture che potrebbe rivendere a Bruxelles. A preoccupare ci sono i rapporti sempre più tesi con Mosca a causa del contingente militare lungo il confine con l’Ucraina che sta alimentando timori per l’approvvigionamento di gas russo nel caso in cui la situazione dovesse degenerare in un conflitto e l’UE fosse costretta ad agire di conseguenza.
Non preoccupa solo l’UE, ma anche gli Stati Uniti, storici alleati di Bruxelles, che secondo Bloomberg sarebbero già in trattative con il Qatar per la fornitura di gas naturale liquefatto (GNL) ai paesi europei nel caso in cui un’invasione russa dell’Ucraina portasse a carenze nel continente. Washington crede realistico un nuovo assalto militare al Paese che ha parzialmente invaso nel 2014, con l’annessione illegale della penisola di Crimea, ed è convinta che eventuali nuove sanzioni statunitensi potrebbero portare Mosca a interrompere la fornitura nel continente europeo.
Già a ottobre, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un confronto con l’Eurocamera menzionava l’intenzione di esplorare nuovi orizzonti, mettendosi in dialogo con la compagnia norvegese Equinor Norway che ha già annunciato un aumento delle consegne di gas dirette al Continente. A inizio 2022 – ha annunciato in quell’occasione la presidente – la Commissione presenterà una “nuova strategia per un dialogo internazionale sull’energia”, per sostenere gli Stati membri nei loro contatti internazionali di forniture. “La Commissione sta approfondendo la sua analisi di diversi scenari per assicurarsi che i piani nazionali esistenti siano adeguati allo scopo, in particolare considerando i recenti sviluppi e i livelli di stoccaggio”, ha detto Simson.
Per rafforzare la risposta a futuri shock dei prezzi, l’UE sta discutendo di acquisti congiunti e riserve strategiche di gas a livello europeo come parte dei suoi piani per decarbonizzare il mercato del gas. Simson ha ribadito ai ministri che il modo migliore per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e quindi dai prezzi volatili dell’energia “è completare la transizione verde”. Per questo accelerare le discussioni sui diversi dossier del pacchetto “fit for 55” “non è importante solo per i nostri obiettivi climatici, ma anche per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica dell’energia nei prossimi anni e decenni”.