Bruxelles – Tutti contro i piani della Commissione Europea di classificare gas e nucleare tra gli investimenti sostenibili, a certe condizioni ed entro certi tempi. Scade oggi (21 gennaio) il termine per gli esperti della piattaforma di finanza sostenibile per pronunciarsi sulla bozza di atto delegato della tassonomia europea, il sistema di classificazione delle attività economiche considerate ‘green’ e utili alla transizione ecologica. Un primo regolamento era stato pubblicato ad aprile dalla Commissione, che ha rimandato a un secondo atto complementare la decisione su come e in che termini etichettare gas naturale e nucleare.
Secondo indiscrezioni pubblicate da Reuters sul parere della piattaforma, gli esperti di finanza sostenibile avvertiranno la Commissione di non andare avanti con i suoi piani per etichettare come sostenibili il gas e l’energia nucleare, dal momento che non sono funzionali alla lotta al cambiamento climatico. Una volta ricevuto il parere, la Commissione europea dovrebbe prendere una decisione finale sulla bozza, che verrà poi trasmessa ai co-legislatori – Parlamento e Consiglio – che avranno la possibilità di opporvisi: gli Stati potranno opporsi a maggioranza qualificata rafforzata inversa, che significa almeno 20 Stati membri che rappresentino il 65 per cento della popolazione dell’UE, mentre il Parlamento europeo a maggioranza semplice (ossia almeno 353 deputati in seduta plenaria). E’ chiaro che un parere negativo da parte della piattaforma potrebbe spingere la Commissione a rimandare ancora l’adozione dell’atto.
La schiera dei contrari alla proposta della Commissione non ha fatto che moltiplicarsi nei giorni scorsi, complice l’avvicinarsi della scadenza per il parere degli esperti. A livello politico, anche se per ragioni molto diverse, si oppongono anche gli Stati membri e l’Europarlamento, facendo pressione sulla Commissione per far saltare (o almeno rimandare la decisione). Solo due giorni fa i presidenti delle commissioni per problemi economici e monetari (ECON) e per l’ambiente (ENVI) del Parlamento europeo, Irene Tinagli e Pascal Canfin, hanno affidato a una lettera per la Commissione Europea tutte le loro preoccupazioni sull’atto delegato, chiedendo più tempo per valutarlo e una consultazione pubblica per dare modo anche i cittadini di esprimersi.
E’ di oggi invece la lettera alla Commissione del gruppo dei Socialisti&Democratici (S&D) all’Eurocamera “per esprimere la nostra opposizione all’etichettatura della produzione di gas e di energia nucleare come conforme alla tassonomia”, scrivono la vicepresidente e relatrice ombra nella commissione per l’ambiente (ENVI), Simona Bonafè, e il relatore ombra nella commissione per gli affari economici, Paul Tang. Separatamente, i due eurodeputati co-relatori per la tassonomia Bas Eickhout (Verdi) e Sirpa Pietikäinen (PPE) hanno dato il loro contributo scrivendo alla Commissione una serie di preoccupazioni e obiezioni sia sul gas che sul nucleare, invitando la Commissione a riconsiderare la decisione.
A levarsi non è solo la voce dell’Europarlamento. Anche i governi non intendono tenersi per sé le loro preoccupazioni, chi solo per il gas o il nucleare o chi per entrambi. Quest’ultima, in particolare, è la posizione dei ministri dell’energia di Austria, Danimarca, Lussemburgo e Spagna che nella tarda serata di ieri hanno scritto una lettera alla Commissione Europea, alla vigilia della riunione informale dei ministri dell’Energia e dell’Ambiente che si sta svolgendo oggi (21 gennaio) ad Amiens, ospitata dalla presidenza francese del Consiglio UE. Sul tavolo dei ministri, prioritaria, è la crisi dei prezzi dell’energia e soprattutto del gas, ma non mancherà il dibattito con la Commissione sulla tassonomia.
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