Bruxelles – Quasi tutto come prima, ma la differenza con la prima parte di legislatura europea non è minima. Per gli ultimi due anni e mezzo di mandato il Parlamento europeo ridisegna il proprio assetto interno, e potenzia le commissioni ‘chiave’ per il prosieguo del quinquennio. Come sempre a metà mandato, si opera una revisione del numero dei membri degli organismi istituzionali. Nessuno di questi vede una diminuzione nel numero dei componenti, ma cinque sulle ventitré tra commissioni e sottocommissioni vede crescere gli addetti ai lavori che inizieranno di qui a breve.
In questo rimescolamento dei seggi salta agli occhi gli organismi che sono stati rimpolpati. La commissione Affari esteri, che dovrà misurarsi, tra le varie cose, sulle tensioni sempre più complicate con la Russia e la questione ucraina. Qui si è deciso di aggiungere otto nuovi parlamentari rispetto a prima. Altra variazione ‘corposa’, con ben sette componenti aggiuntivi, per la commissione Ambiente e Salute pubblica, responsabile del grosso del lavoro per quanto riguarda sostenibilità e risposta alla pandemia di COVID. Ancora, cresce la commissione Affari economici, che tra le altre cose sarà chiamata ad occuparsi di tutti i file relativi ad andamento economico e ripresa. Ancora, forze fresche per la commissione Diritti delle donne, in un momento dove la parità di genere viene collocata in alto nell’agenda a dodici stelle.
I cambiamenti apportati all’interno del Parlamento europeo suggeriscono un messaggio politico per cui l’istituzione direttamente eletta dell’UE intenda lavorare con rinnovato impegno sui temi più rilevanti, e per questo potenzia le commissioni che questi dovranno lavorare da qui a fine legislatura.
Tra questi temi il rispetto dei valori fondamentali e dello Stato di diritto. La commissione Libertà civili è tra le cinque a veder aumentare il numero di seggi. Una mossa che suona da avvertimento per Polonia e Ungheria, con cui l’UE ha contenziosi ancora aperti. Proprio dalla commissione Libertà civili è partita la messa in stato d’accusa contro il governo di Budapest, sostenuta poi dall’intera Aula.
I membri di ciascuna commissione parlamentare saranno indicati dai gruppi, mentre presidenti e vicepresidenti saranno oggetto di voto, in programma la prossima settimana.