Bruxelles – La Germania est teme una seconda deindustrializzazione. Nel più generale deterioramento della situazione nazionale, con sempre più imprese che toccano con mano il rischio della fallimento, a subire il contraccolpo più forte rischia di essere il territorio della ex DDR, già travolto dal processo di riunificazione tedesca. La caduta del muro di Berlino segnò l’inizio del processo di smantellamento del sistema di produzione comunista. Un modello che, per poter essere davvero superato, doveva essere azzerato. Non v’è dubbio che per almeno tre decenni l’est ha sofferto un processo di de-industrializzazione e che solo al termine di questo, con fatica, ha conosciuto una nuova stagione. Ora questa stagione rischia i contraccolpi di pandemia e aumento dei prezzi.
Secondo un’ultima analisi mirata condotta dall’istituto IFO. uno dei principali think-tank tedeschi, la Germania orientale, tra settore primario, secondario e terziario si mostra assai fragile. Il 14 per cento ritiene che la pandemia di coronavirus minacci la loro sopravvivenza, e questo sentimento cresce rispetto all’estate (+o,2 punti percentuali). Se invece si guarda alla sola industria, un’impresa su 10 (10 per cento) teme per la propria sopravvivenza a causa del protrarsi della crisi sanitaria e delle sue conseguenze. Un dato quasi doppio a quello nazionale (5,7 per cento).
“Ciò è probabilmente correlato al fatto che le società della Germania orientale sono in media più piccole e la loro adeguatezza patrimoniale è inferiore”, afferma Joachim Ragnitz, dell’ufficio di Dresda di IFO, sottolineando come anche in questo caso il deterioramento della fiducia sia cresciuto rispetto all’estate (era l’8,9 per cento delle industrie della Germania est, e non il 10 per cento, a temere per l’avvenire).
La situazione rischia di inceppare non solo la Germania ma, di riflesso, anche l’Unione europea. E’ nella Germania est che le grandi imprese hanno deciso di stabilire impianti utili alla strategia di sostenibilità dell’UE. Una parte del settore automobilistico nazionali ha iniziato a costruire qui i nuovi motori elettrici necessari per una mobilità a emissioni zero. Con le piccole e medie imprese in sofferenza, i produttori di componenti potrebbero incontrare difficoltà, creandone a loro volta.
Un dato che sembra confermare lo stato di crisi dell’est tedesco è quello relativo all’edilizia. Nel settore delle costruzioni l’11,6 per cento delle aziende attive nella Germania est riferisce di ritenere che la propria sopravvivenza sia minacciata. Non vuol dire solo ricaduta per le politiche abitative, vuol dire anche ricaduta per stabilimenti ed edifici a fini commerciali. Dal principale motore economico dell’eurozona, dunque un altro campanello d’allarme.