Bruxelles – Sorpresa! I tedeschi non sono più quel popolo di persone perbene che finora hanno sempre vantato di essere. Ci sono almeno 5.000 casi di presunte frodi ai danni dello stato per aiuti e sussidi anti-COVID che sarebbero finiti nelle tasche di chi non avrebbe dovuto beneficiarne, e su cui la polizia sta indagando. Il caso dei ‘furbetti’ che mette in discussione la tanto decantata integrità e onestà del popolo di Germania è finita all’attenzione della stampa nazionale. Gli inquirenti stimano danni per almeno 100 milioni di euro per l’Erario federale.
A quanto pare a rendere possibile i tanti casi di illecito è stata la procedura con cui Berlino ha deciso di mettere a disposizione le risorse. In ragione della crisi pandemica e dei suoi effetti su imprese e famiglie, è stato deciso di creare corsie preferenziali con procedure dal peso burocratico minimo o addirittura nullo. IN nome dell’emergenza non si sono fatti controlli a monte, e ora bisogna farli.
“Dato che i soldi degli aiuti erano necessari rapidamente e dovevano essere pagati rapidamente, eravamo consapevoli che ci sarebbero stati tentativi e atti fraudolenti”, spiega il capo della polizia che ha incarico le indagini, Barbara Slowik.
Quanto accaduto, in sostanza, era stato messo in conto. Le autorità tedesche hanno dato fiducia, e questa è stata tradita. E non una volta soltanto. Non certo una bella figura per uno Paese che, in questi anni, ha insistito duramente per riforme strutturali, in Grecia come in Italia, che andassero anche nella direzione di un migliore controllo della spesa pubblica e della lotta dell’evasione e della frode fiscale. L’accaduto ripropone il duro scontro che si consumò tra Berlino e Roma quando la prima mise in discussione credibilità e affidabilità della prima. Oggi leggere di 5.000 casi di presunte frodi in Germania fa filtrare l’immagine di un Paese meno perfetto di quello che si potesse credere.