Roma – Dal Piano Juncker per gli investimenti strategici al quantitative easing, il mantra delle istituzioni politiche e finanziarie dell’Unione è sempre stato quello di far arrivare il denaro all’economia reale, fatta di imprese, donne e uomini che lavorano e producono. Una necessità, quella di non disperdere le risorse negli angoli ciechi delle impalcature finanziarie fini a sé stesse, ancor più viva adesso che la pandemia impone di far arrivare ogni centesimo possibile a chi tenta di resistere o di rilanciarsi dopo le ferite economiche del Covid.
È per questo che molti accoglieranno come una boccata di ossigeno la notizia dell’accordo raggiunto oggi (20 gennaio) tra la Banca europea per gli investimenti e il Banco Bpm, volto a garantire 1 miliardo di euro di finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane. Grazie a una garanzia di 91 milioni di euro, sottoscritta da Bei in favore di Bpm, l’istituto italiano potrà concedere un miliardo di euro in finanziamenti a medio e lungo termine. Si tratta di un’assicurazione che prevede la copertura attraverso il fondo di garanzia europeo dell’eventuale prima perdita di una struttura cartolarizzata. È la prima operazione di questo tipo in Italia e fra le prime a livello europeo a sostegno dell’economia reale.
Per Gelsomina Vigliotti, vicepresidente Bei, per la banca d’investimento è la “conferma dell’impegno a sostenere le imprese italiane colpite dalla crisi legata alla pandemia”. La Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) garantiranno una tranche junior da 91 milioni di euro di una cartolarizzazione sintetica di un portafoglio di prestiti alle Pmi originato da Banco Bpm. La banca italiana potrà così fornire finanziamenti e liquidità alle Pmi attraverso prestiti a tasso agevolato per circa 1 miliardo di euro.