Bruxelles – Ora è ufficiale: l’inflazione ha toccato il 5 per cento nella zona euro a dicembre. I dati Eurostat confermano le stime preliminari. A distanza di un anno i Paesi con la moneta unica sono passati da una situazione di bassa inflazione (0,3 per cento) ad una completamente opposta.
A pesare è soprattutto l’andamento del costo dell’energia, (+2,46 punti percentuali, pp), a cui si aggiungono i rincari dei servizi (+1,02), dei beni industriali non energetici (+0,78) e generi alimentari, alcol e tabacco (+0,71).
Allo stato attuale non c’è Paese membro con un indice del costo della vita ancorato al 2 per cento, indice di riferimento della Banca centrale europea., e oltretutto undici Paesi su 19 si trovano con un indice di costo della vita superiore la media generale. Tra le principali economie dell’eurozona, il dato francese resta stabile tra novembre e dicembre (3,4 per cento), migliora quella tedesco (-0,3 punti percentuali), mentre peggiora quello italiano (+0,3 punti percentuali).
L’Italia risulta tra quegli otto Paesi che hanno visto crescere il tasso di inflazione nell’ultimo mese dello scorso anno. L’Istituto di statistica europeo rileva che dei 19 Stati con la moneta unica, “rispetto a novembre l’inflazione è diminuita in sette Stati membri e rimasta stabile in due”. Negli altri è cresciuta.
Un’inflazione al 5 per cento rischia di avere conseguenze su economia e ripresa dei Paesi dell’euro. L’elevato livello dei prezzi è uno dei tre fattori di criticità per la tenuta di Eurolandia.