Bruxelles – La Francia porterà avanti il dibattito sulla reciprocità degli standard di produzione con i Paesi terzi, sfruttando il suo semestre di presidenza per “rafforzare i controlli sulle importazioni agricole imponendo loro” le stesse regole ambientali e sanitarie che si hanno nell’UE. E’ quanto ha ribadito ieri (17 gennaio) il ministro francese dell’agricoltura, Julien Denormandie, illustrando agli omologhi europei le priorità della presidenza di turno della Francia al Consiglio dell’UE. È necessario “creare un quadro favorevole alla transizione agricola attraverso una più forte introduzione della reciprocità degli standard” nella politica commerciale di Bruxelles, ha spiegato.
La Francia ha assunto la presidenza semestrale dell’UE dal primo gennaio e intende dare un nuovo “slancio politico” alla questione, portando i Ventisette ad approvare delle conclusioni nei prossimi mesi. Denormandie ha detto di voler promuovere attivamente l’inclusione nei trattati commerciali europei delle cosiddette “clausole specchio”, con la promessa di monitorare che ci sia rispetto degli standard da entrambe le parti dopo la firma.
Nella visione della presidenza, la reciprocità degli standard ambientali e sanitari è una misura che aiuta l’impegno per la transizione verde dell’UE, ma allo stesso tempo protegge gli agricoltori dalla concorrenza sleale dei produttori fuori dall’UE, i cui prodotti sono però importati sul mercato europeo. Le potenzialità di nuovi standard di reciprocità le vede anche la Commissione Europea. “I prodotti alimentari europei sono i migliori al mondo e questa è una risorsa molto importante”, ha aggiunto il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, durante la conferenza stampa, convinto che “possiamo ottenere molto facendo da modello con i nostri standard, anche i nostri partner (commerciali) conoscono la qualità dei nostri prodotti”.
Per il ministro della Francia la reciprocità degli standard è necessaria per realizzare la “transizione agroecologica” ma è fondamentale anche per “garantire la sicurezza alimentare” degli Stati membri. I produttori europei “affrontano la concorrenza di altri produttori che non rispettano gli standard di produzione europei, è proprio la sostenibilità dei nostri produttori a essere messa in discussione”, ha spiegato. Riassumendo lo scambio di opinioni sul tema con gli omologhi europei sostiene che per nessuno Stato membro la questione della reciprocità “non sia una buona idea”.
Nell’azione politica di questo semestre francese, la reciprocità degli standard si declinerà anche attraverso le nuove regole dell’UE sui prodotti da deforestazione importata. Dopo la Cina, Bruxelles è il secondo maggiore importatore al mondo di materie prime legate alla deforestazione (soia, olio di palma, legno, cacao, caffè) e ha proposto un nuovo regolamento per stabilire regole obbligatorie più stringenti per le aziende di Paesi terzi che vogliono immettere questi prodotti sul mercato dell’UE. Parigi porterà avanti i negoziati sulla proposta della Commissione Europea ma non solo. Spingerà per una revisione della direttiva UE sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUD) per introdurre “una sezione sui limiti massimi di residui” all’interno dei prodotti, sia per proteggere i consumatori dai prodotti importati sia per armonizzare le pratiche agricole a livello comunitario, dove invece gli Stati hanno ancora regole diverse.