Bruxelles – Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso oggi (17 gennaio) di rimuovere Argentina, Australia e Canada dalla lista dei Paesi extra UE per i quali gli Stati membri dovrebbero eliminare le restrizioni di viaggio. Una misura introdotta dall’Unione Europea all’inizio della pandemia di Coronavirus per evitare la diffusione di ulteriori contagi: la lista viene aggiornata dal Consiglio ogni 14 giorni e a pesare sulla rimozione o l’inserimento dei Paesi non europei è la loro situazione epidemiologica. Secondo le regole del Consiglio, per essere nella lista un Paese deve registrare meno di 75 casi di COVID-19 al giorno ogni 100 mila abitanti registrati negli ultimi 14 giorni.
La decisione del Consiglio è solo una raccomandazione, quindi gli Stati membri possono decidere in autonomia sulla gestione delle loro frontiere esterne ma è un modo per tentare un approccio coordinato sulla gestione del virus. Attualmente, nell’elenco dei Paesi extra UE a cui gli Stati membri dovrebbero eliminare le restrizioni di viaggio alle frontiere esterne ci sono Bahrein, Cile, Colombia, Indonesia, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Arabia Saudita, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Uruguay, Cina (previa conferma della reciprocità). Il Consiglio raccomanda di eliminare gradualmente le restrizioni anche per le regioni amministrative speciali della Cina, Hong Kong e Macao.
Quello della “lista aggiornata” è un sistema che non vivrà ancora a lungo, a novembre la Commissione Europea ha proposto agli Stati un nuovo approccio per la gestione dei viaggi dentro l’UE, sia tra Stati membri sia dai Paesi extra UE: vista la crescente diffusione dei vaccini in tutto il mondo, dal primo marzo 2022 si porrà fine all’elenco aggiornato. Ai Ventisette si chiede di accogliere tutti i viaggiatori vaccinati con uno dei vaccini autorizzati nella UE (Biontech-Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson e AstraZeneca) ma anche quelli che hanno completato il processo di elenco degli usi di emergenza dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ai quali sarà richiesto in aggiunta di presentare un risultato negativo di un test PCR per il Coronavirus.