David Sassoli è morto tutto sommato giovane, per la nostra generazione. Ed è morto con ancora la sua faccia da ragazzo, con quel suo corpo giovanile che non riusciva a tenere fermo, neanche nell’ultimo video che diffuse da presidente del Parlamento europeo in occasione delle feste per il nuovo anno.
Per me resta un eroe incompiuto, un po’ come James Dean, Marlyn Monroe, Amy Winehouse, Ernesto Che Guevara, scomparsi non alla fine di una “lunga e luminosa carriera”, ma così presto da lasciare immaginare che avrebbero potuto ancora realizzare tante cose. Credo che Sassoli resterà un po’ così, sospeso, non come un vecchio politico, ma come un giovane, ancora pieno di cose da dire e da fare.
Ed in fondo era un giovane nella politica, aveva iniziato a fare quella “professione” solo nel 2009, appena tredici anni fa. Ma di politica si era sempre interessato, ovviamente, anche partecipando ad associazioni giovanili.
Non vorrei però che il suo ricordo fosse quello di “un uomo buono”. Sassoli lo era certamente, e profondamente, caratterialmente, religiosamente e politicamente, ma era soprattutto un uomo determinato a lavorare, a sacrificarsi per fare il bene. E’ diverso. Un uomo buono può essere un signore con un eterno sorriso, che non sparla di altri, che fa opere di bene, che carezza un bimbo. Sassoli era una persona, prima ancora che un politico, che del bene degli altri aveva fatto il fulcro della sua vita che per avventura è diventata anche attività politica.
Il bene delle povere donne abbandonate nelle strade di Bruxelles che durante la pandemia ospitò in un palazzo del Parlamento europeo ristrutturato alla bisogna, alle quali sono stati offerti migliaia di pasti e caldi oltre che un tetto all’asciutto. Mai una cosa del genere era solo stata pensata.
Il bene degli europei, un progetto al quale credeva davvero, e non solo degli europei dell’Unione, tutto sommato i più fortunati, ma anche di quelli dei Paesi dove non c’è libertà, non c’è democrazia. Riusciva a valorizzare le posizioni espresse dal Parlamento e ad impegnarlo poi davvero nella lotta per la libertà e la democrazia.
Il bene del Parlamento, del quale ha sempre rivendicato con forza il ruolo di rappresentante dei cittadini, che non deve e non può essere scavalcato dai governi. Un Parlamento che ha continuato, grazie alla determinazione personale di Sassoli, a lavorare anche durante la pandemia, per consentire che i progetti di rilancio dell’Unione potessero andare in porto.
Un uomo buono, sì, perché un uomo determinato a realizzare, che con la dolcezza della sua parola, pur sempre ferma, è riuscito a lasciare una traccia nell’Unione. Senza mai urlare, sempre con un sorriso, sempre con la forza delle sue ragioni.