Bruxelles – Il fatto che una compagnia energetica come la russa Gazprom decida “di limitare l’offerta (di gas), pur essendo di fronte a un aumento della domanda” è un comportamento “che ci fa pensare” e richiede ulteriori indagini da parte dell’UE. “Stiamo affrontando la questione con priorità, questo è un comportamento abbastanza raro in un mercato” energetico. Così la vice presidente esecutiva responsabile per la concorrenza, Margrethe Vestager, risponde oggi (13 gennaio) a margine di una conferenza stampa a una domanda sulle accuse mosse ieri dal direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), Fatih Birol, sulla responsabilità di Mosca e della sua compagnia energetica nella tensione che vive il mercato europeo del gas.
Per Birol non c’è dubbio che le tensioni sul mercato del gas siano in qualche modo dovute dalla Russia, che ne trae beneficio geopolitico destabilizzando il Continente. Gazprom sta effettivamente rispettando i propri obblighi contrattuali a lungo termine verso l’Europa, ma ha ridotto le vendite spot (quelle immediate, diverse dai contratti a lungo termine) trattenendo in Russia gran parte delle forniture che potrebbe rivendere a Bruxelles. “Può aumentare le forniture di gas all’Europa di almeno un terzo, ma non ha intenzione di farlo”, questo il messaggio del direttore AIE.
Vestager non si sbilancia allo stesso modo ma fa capire che anche per l’UE si tratta di un comportamento inconsueto. “Abbiamo inviato questionari a un certo numero di fornitori di energia in questo campo. Abbiamo un sacco di risposte, ma siamo ancora in attesa di altre, tra gli altri anche di Gazprom”, ha spiegato alla stampa. “Aspettiamo le loro informazioni per andare avanti con la nostra indagine, perché la questione dei prezzi dell’energia è una priorità molto alta, come lo è anche in ogni famiglia in Europa perché vedono le loro bollette energetiche salire”. La definisce “priorità”, ma è in attesa di ulteriori “informazioni per essere in grado di fare il nostro lavoro”, ha aggiunto.
Tra le altre cose, quando la crisi è iniziata la Commissione Europea ha incaricato l’agenzia europea per l’Energia, l’ACER, di indagare anche il perché i prezzi dell’energia siano così alti, rispondendo alle richieste di alcuni Paesi membri, come la Polonia, che da subito hanno puntato il dito contro il presidente russo Vladimir Putin. E’ dall’inizio dell’autunno che l’Europa tocca con mano un aumento del prezzo del gas, che porta con sé anche il rincaro dei prezzi dell’elettricità. Aumento improvviso, che scenderà con la primavera, secondo tutte le stime dell’UE. Una crisi energetica in cui l’UE si ritrova invischiata in parte perché ancora troppo dipendente energeticamente da Paesi terzi per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas (il 90 per cento viene importato), dalla Russia in primis.
“Riteniamo che ci siano forti elementi di rigidità nel mercato europeo del gas a causa del comportamento della Russia”, ha decretato ieri Birol, pronunciando un’accusa diretta che nessuno finora in Europa ha osato fare. Ha fatto notare inoltre che i bassi flussi di gas russo verso l’Europa “coincidono con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina“. Proprio all’inizio dell’anno, Kiev ha accusato Gazprom di aver tagliato il volume giornaliero di gas attraverso l’Ucraina verso l’Europa a circa 50 milioni di metri cubi (mcm), il livello più basso registrato da gennaio 2020, secondo il capo dell’operatore del sistema di trasporto del gas ucraino, Sergiy Makogon.