Bruxelles – Fare molto di più e in molto meno tempo. Impresa “gigantesca” è quella che la Germania deve compiere per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni, senza lasciare a secco di energia le sue industrie nella transizione. Il neo ministro dell’Economia e del clima e vice cancelliere del nuovo governo federale, il verde Robert Habeck, ha presentato ieri (11 gennaio) in conferenza stampa il “bilancio di apertura per la protezione del clima”, un documento che fotografa a che punto è la Germania nei singoli campi d’azione che guidano la transizione. E non è a un buon punto, sintetizza il ministro parlando di un “deficit drastico”.
Non è a un buon punto se si pensa che il governo tedesco punta ad azzerare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2045, in anticipo quindi di cinque anni rispetto ai piani di Bruxelles per l’intero Continente europeo (la neutralità climatica al 2050). Per Berlino questo significa arrivare a ridurre del 65 per cento le emissioni (rispetto ai livelli del 1990) entro la fine di questo decennio. Il documento dimostra che i risultati ottenuti finora “sono stati inferiori alle aspettative” e continuando su questa traiettoria, Berlino arriverà al 2030 circa il 15 per cento al di sotto “dei nostri obiettivi di riduzione”, quindi con una riduzione al 50 per cento. “Le precedenti misure di protezione del clima sono state inadeguate in tutti i settori”, ha spiegato. Il governo espressione della coalizione ‘semaforo’ tra socialdemocratici, verdi e liberali prevede inoltre che dopo aver mancato gli obiettivi sul clima per il 2021, farà lo stesso anche con quelli del 2022 e il 2023.
La conferenza stampa non è solo un prendere atto delle mancanze avute finora, il nuovo governo guarda in avanti e assicura di star facendo “ogni sforzo per recuperare il ritardo”. Berlino dovrà triplicare la velocità con cui riduce i gas serra, se non vuole mancare i prossimi obiettivi climatici. “Siamo riusciti a ridurre le emissioni in media di 15 milioni di tonnellate all’anno dal 2010 al 2020 e dal 2022 al 2030 dobbiamo tagliarle in media di 40 milioni di tonnellate all’anno“, afferma definendola una impresa “gigantesca”.
Il governo sta spianando la strada a nuove leggi per attuare gli obiettivi, un primo pacchetto sulla protezione del “clima arriverà entro la fine di aprile, un secondo in estate”, annuncia. La spinta è in larga parte sulle fonti pulite, le rinnovabili, che oggi in Germania forniscono circa il 43 per cento dell’elettricità, e di cui il governo punta a raddoppiare la quota fino all’80 per cento entro il 2030. Focus in particolare sull’eolico, di cui il governo punta ad aumentare gli attuali due Gigawatt di capacità onshore a 5 GW entro il 2023 e portarli a 10 GW entro il 2027. Seguirà un pacchetto per l’accelerazione del solare e una revisione della strategia sull’idrogeno, per arrivare a “raddoppiare la produzione di idrogeno verde rispetto ai piani precedenti”.