Bruxelles – Roberta Metsola, Sira Rego e Kosma Zlotowski, maltese del PPE la prima, spagnola de La Sinistra la seconda, polacco dei conservatori europei (ECR) il terzo. Sono loro tre i candidati ufficiali alla successione alla presidenza del Parlamento europeo. Uno corsa entrata nel vivo non per la scomparsa di David Sassoli, ma perché tra una settimana l’Aula riunita a Strasburgo dovrà eleggere il nuovo presidente. Sarebbe stato così comunque, visto lo scoccare di metà legislatura che comunque apre, e non da oggi, le incognite per il post-Sassoli.
Sassoli si era ritirato dalla competizione, non per ragioni di salute ma per pragmatismo politico. Aveva capito che si sarebbe creato uno stallo, e per il bene di tutti ha preferito fare un passo indietro. Con il risultato che i socialdemocratici (S&D) non hanno un candidato. Mentre gli altri gruppi hanno tenuto consultazioni interne, i socialisti no e si presentano senza un nome.
Fonti parlamentari sostengono che il partito avrebbe rinunciato all’idea di provare a mantenere lo scranno più alto, e di tenere fede al patto politico che vorrebbe l’alternanza tra popolari e socialisti. Nei prossimi giorni le due donne in corsa, Metsola e Rego, incontreranno la presidente del principale gruppo di centro sinistra, Iratxe Garcia Perez, non intenzionata a farsi valere, per cercare i voti dei socialisti in Aula.
Delle tre persone in cosa, la maltese ha sulla carta le migliori chance più che altro perché non deve vedersela con nessun concorrente degli altri principali gruppi parlamentari. Neppure i liberali (RE) hanno un pretendente, i conservatori siedono all’opposizione (per quanto i polacchi hanno sostenuto Ursula von der Leyen), come La Sinistra, con posizioni critiche su molti dossier.
L’elezione politica, per sua natura, potrebbe riservare certamente colpi di scena. La nomina di Fabio Massimo Castaldo alla vicepresidenza senza che il suo Movimento 5 Stelle avesse un gruppo è senza precedenti, e dunque il gruppo de La Sinistra ci crede. I liberali e i Verdi del resto prediligono una presidente a un presidente. Le cose sembrano mettersi bene per la maltese, considerata, in questo momento, come il principale indiziato per il post-Sassoli, a meno di colpi di scena dell’ultimo momento.
Le regole impongono la maggioranza assoluta dei componenti dei seggi. Se non si ottiene questa soglia, dalla quarta votazione in poi serve la maggioranza semplice, e a quel punto tutto può accadere.