Bruxelles – La commissione per l’Agricoltura (AGRI) del Parlamento UE ha votato oggi (10 gennaio) a favore dei due atti delegati della nuova politica agricola comune (PAC), in vigore dal 2023: il regolamento sulle tipologie di intervento e quello sugli organismi di pagamento, la gestione finanziaria e la liquidazione dei conti. Atti di cosiddetto diritto derivato che per la Commissione Europea sono “urgenti” per finalizzare la procedura dei piani strategici nazionali.
.@EP_Agriculture voted today to raise no objection to two #NewCAP delegated acts:
✔️certain types of intervention in the CAP Strategic Plans: 43➕/5➖/0 abstentions
✔️rules on paying agencies and other bodies: 48➕/0➖/0 abstentions— AGRI Committee Press (@EP_Agriculture) January 11, 2022
A metà dicembre, l’Europarlamento si era opposto all’urgenza richiesta dall’Esecutivo europeo sull’approvazione della cosiddetta “legislazione secondaria” della riforma. Denunciando tempi “troppo ristretti” per il voto (quindi senza la possibilità di leggere con attenzione il dettaglio dei testi), i deputati hanno fatto slittare a gennaio il voto. Entrambi i testi per non sollevare obiezioni sono passati con ampia maggioranza (43 favorevoli e 5 contrari per l’atto sui piani strategici e 48 favorevoli per l’atto sui pagamenti).
“Accolgo con favore la decisione positiva odierna di adottare i due atti delegati urgenti sulla nuova politica agricola comune”, commenta in un tweet il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. “Abbiamo bisogno di certezze per i nostri agricoltori, che già stanno pianificando le stagioni a venire”. Il commissario polacco ha però chiarito che ieri che l’assenza di legislazione derivata non è la causa principale del ritardo nella presentazione dei piani strategici da parte di molti Stati membri. Wojciechowski ha spiegato in un confronto con la commissione agricoltura che 19 Paesi membri hanno ad oggi trasmesso a Bruxelles, all’appello ne manca quasi un terzo. “Stiamo spettando gli altri. Ho inviato una notifica ai Paesi ritardatari perché arrivino il prima possibile”, ha spiegato.
Nei prossimi mesi, gli occhi della Commissione saranno puntati proprio sui piani strategici, fulcro della riforma che ha investito la politica agricola comunitaria che si traducono in strategie che gli Stati devono preparare per dettagliare come intendono raggiungere gli obiettivi della PAC riformata, compresi quelli ambientali e di riduzione delle emissioni dal comparto agricolo (responsabile per il 10 per cento dei gas serra prodotti nella UE). Il commissario ha riferito che quando saranno presentati tutti i piani strategici, verso marzo-aprile “pubblicheremo una lista di osservazioni per tutti gli stati membri e una valutazione iniziale di questi piani. Ci saranno dei suggerimenti per quelli non “conformi agli obiettivi della politica agricola” o se non spiegano come intendono contribuire alle sfide dell’UE. “Ci servono i piani, per permettere anche agli agricoltori di lavorare bene”, ha aggiunto. La nuova PAC – che conta quasi 387 miliardi di euro, più del trenta per cento delle risorse di bilancio – sarà in vigore dal primo gennaio 2023 fino al 2027, con un regime transitorio tra 2021 e 2022 che colma il divario tra la legislazione attuale e il nuovo esercizio. I piani strategici sono però fondamentali per la sua attuazione e la Commissione vuole lasciare qualche mese di tempo agli agricoltori per conformarsi alle nuove regole.