Bruxelles – E’ morto nella notte tra lunedì e martedì David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, che da fine dicembre era ricoverato presso il Centro di riferimento oncologico di Aviano, in Italia, per complicanze dovute a una disfunzione del sistema immunitario. Aveva 65 anni, era nato a Firenze ma cresciuto a Roma. Approda alla politica dopo una ventennale carriera giornalistica che lo ha portato tra le altre cose alla guida del Tg1 delle 20.
Dal 2009 lasciò la RAI per candidarsi al Parlamento Europeo con il Partito democratico, con cui fu eletto deputato con più di 400milla voti. Dal 2009 al 2019 ha ricoperto varie cariche istituzionali minori, diventando capo delegazione del gruppo del Partito Democratico al Parlamento europeo e nel 2014 vicepresidente del Parlamento responsabile del bilancio e della regione del Mediterraneo. Nel 2019 venne eletto presidente per la prima metà della nuova legislatura del Parlamento, il secondo presidente italiano dell’Eurocamera dopo Antonio Tajani.
Nei mesi scorsi aveva visto un peggioramento delle sue condizioni di salute. A settembre Sassoli era stato ricoverato a Strasburgo dopo aver contratto la legionella, che l’aveva portato a un severo caso di polmonite. Il presidente dell’Eurocamera era stato assente dalle attività parlamentari per due mesi, tornando a presiedere la sessione plenaria solo alla fine di novembre. Il suo mandato sarebbe scaduto naturalmente a metà gennaio, martedì prossimo (18 gennaio) il Parlamento avrebbe dovuto iniziare l’iter per votare il suo (o la sua) successore. Dopo aver inizialmente lasciato uno spiraglio aperto alla possibilità di ricandidarsi per un secondo mandato, a metà dicembre Sassoli ha annunciato il ritiro definitivo dalla corsa per la rielezione.
“Paradigma di stile, riservatezza, sobrietà. E di una merce rara, nella temperie della politica contemporanea: l’autorevolezza. Politica e morale”. Lo saluta così il suo staff sulla pagina Facebook del presidente del Parlamento: “David Sassoli ha combattuto e lavorato fino all’ultimo possibile istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune con curiosità e passione indomabili nonostante lo stato di salute sempre più precario, dopo la temporanea ripresa di qualche tempo fa”. Con la morte di Sassoli l’Europa e l’Italia perdono “un uomo delle istituzioni di primario livello”, che credeva fortemente “nella politica nella sua accezione più nobile, in un’Europa baluardo dei diritti e delle opportunità, nell’impegno a favore delle persone più deboli e indifese, nella lotta contro ogni forma di ingiustizia e prevaricazione”, e tutto questo “sempre con il sorriso”.
Un mandato segnato dalla sfida del Coronavirus, che ha costretto Sassoli a “reinventarsi” l’istituzione dell’Eurocamera per fare in modo che potesse continuare a esercitare la sua funzione legislativa anche a distanza e anche tra le restrizioni. Quello europeo è stato il primo Parlamento al mondo a organizzarsi con procedura di voto a distanza (con procedura elettronica), aprendo la strada anche a nuove forme di votazione mista.
A nome del Parlamento, Sassoli ha guidato lo storico negoziato sul bilancio a lungo termine dell’UE, a cui in maniera inedita si è legato il fondo di ripresa Next Generation EU da 1,8 trilioni di euro, tra prestiti e fondo perduto. Il Parlamento, insieme al suo presidente, hanno negoziato per settimane con il Consiglio per ottenere ulteriori finanziamenti in programmi come Horizon Europe o Erasmus, il fondo per gli scambi studenteschi dentro l’UE, e per un ruolo rafforzato dell’Emiciclo nel controllo del Next Generation EU. Ma di questo negoziato, sarà ricordata in particolare la battaglia di Sassoli per vincolare i fondi di bilancio al rispetto dello Stato di diritto attraverso un sistema di condizionalità.