Bruxelles – Duecentonovantotto giorni, quasi dieci mesi senza una coalizione di governo. Dopo le elezioni legislative nei Paesi Bassi di metà marzo dello scorso anno, è solo oggi (lunedì 10 gennaio) che il primo ministro, Mark Rutte, ha potuto dare vita al quarto governo da lui presieduto, giurando di fronte al re Guglielmo Alessandro al Palazzo reale Noordeinde all’Aia.
Nonostante le frizioni che si erano create a inizio aprile con il partito centrista Democraten 66, il leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) e ministro-presidente dal 2010 è riuscito a trovare una quadra per ricostituire la stessa coalizione che ha sostenuto il precedente governo dei Paesi Bassi: oltre ai liberal-conservatori di Rutte e ai centristi di Democraten 66, ne fanno parte anche Appello Cristiano Democratico (CDA) e Unione Cristiana (CU). Tra le nomine cruciali del quarto governo Rutte ci sono Sigrid Kaag (Democraten 66) come ministra delle Finanze e Wopke Hoekstra (CDA) come ministro degli Esteri, dopo uno scambio di testimone rispetto all’ultimo gabinetto.
Om 11.05 uur wordt op Paleis Noordeinde in Den Haag het nieuwe kabinet beëdigd. Kijk hier live mee naar de ceremonie.#KabinetRutteIV https://t.co/cp56Jh7dTq
— Mark Rutte (@MinPres) January 10, 2022
Per il premier europeo più longevo dopo l’ungherese Viktor Orbán (lo scarto è di pochi mesi) l’agenda è già fitta e inizia con il “ripristinare la fiducia persa” 12 mesi fa – testuali parole di Rutte – con lo scandalo dei ‘bonus figli’, che aveva portato alla caduta del governo il 15 gennaio 2021. I punti più critici riguardano le ambizioni climatiche e la lotta contro la pandemia COVID-19.
Sul fronte del clima il nuovo governo stanzierà 35 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, più un fondo da 25 miliardi per ridurre le emissioni di ossidi di azoto dei Paesi Bassi. Mentre nell’Unione Europea si estende la polemica sui piani della Commissione UE di inserire il nucleare nella ‘tassonomia verde’, per combattere il cambiamento climatico e per ridurre la dipendenza del Paese dal gas, il ministro per il Clima e l’energia, Rob Jetten, punterà proprio sull’energia nucleare, con piani per la costruzione di due nuove centrali e il potenziamento dell’impianto già attivo di Borssele. Il governo olandese ha posto il taglio delle emissioni del 60 per cento come obiettivo da raggiungere entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.
Sul brevissimo termine il gabinetto guidato da Rutte dovrà invece decidere come rispondere alla nuova ondata di COVID-19 determinata dalla diffusione della variante Omicron, che nell’ultima settimana ha portato a una media di oltre 25 mila nuovi casi giornalieri. Venerdì (14 gennaio) scadrà il termine delle misure imposte lo scorso 19 dicembre, tra le più restrittive di tutta l’UE: attività non essenziali chiuse – compresi ristoranti, bar, cinema, teatri e palestre – limite di due persone per le visite a casa e per gli assembramenti nei luoghi pubblici, eventi vietati, auto-isolamento anche per i vaccinati in caso di contatto con positivi. Lo scenario più probabile sembra rimanere quello di un’estensione delle restrizioni natalizie, ma la decisione più urgente da prendere riguarda le scuole, considerato il fatto che da oggi gli studenti e le studentesse olandesi di tutte le età sono ritornati in aula in presenza.
Dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, sono arrivate le congratulazioni per il giuramento del governo Rutte IV: “Non vedo l’ora di continuare la nostra stretta cooperazione su tutte le priorità dell’UE”, ha commentato su Twitter, specificando che “in cima alla nostra lista c’è l’azione per il clima con l’attuazione del Green Deal Europeo“.
https://twitter.com/vonderleyen/status/1480542734662438921?s=20