Bruxelles – La pandemia ha ridisegnato la composizione dell’economia dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Complice l’avanzata dal Coronavirus e il confinamento che ne è seguito, nel 2020, le “attività della pubblica amministrazione, della difesa, dell’istruzione, della salute umana e dell’assistenza sociale” sono diventate le attività economiche più significative dell’UE, rileva Eurostat. Queste attività hanno rappresentato il 19,8 per cento del valore aggiunto lordo totale (VAL) dell’UE, superando l'”industria eccetto l’edilizia” (19,5 per cento) e il “commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, l’alloggio e le attività di ristorazione” (17,9 per cento).
Basta mettere a confronto i dati su scala annua per vedere come e quanto il COVID-19 abbia colpito l’economia. Confrontando le quote di valore aggiunto lordo nel 2020 con quelle del 2019, il “commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, l’alloggio e le attività di ristorazione” ha subito il colpo maggiore nella quota del VAL totale dell’UE (dal 19,3 per cento nel 2019 al 17,9 per cento nel 2020; -1,4 punti percentuali), seguito da ‘industria (escluse le costruzioni)’ (dal 19,9 per cento al 19,5 per cento; -0,4 pp) e ‘arti, spettacolo e ricreazione; altre attività di servizio; attività di organizzazioni ed enti familiari ed extraterritoriali” (dal 3,3 per cento al 3 per cento; -0,3 pp).