Bruxelles – Recovery Fund, capitolo primo. Proprio allo scadere del 2021 è arrivata la richiesta dell’Italia alla Commissione Europea per i pagamenti del Next Generation EU: “Posso confermare che abbiamo ricevuto la domanda in data 30 dicembre”, ha comunicato oggi (lunedì 3 gennaio) Eric Mamer, portavoce capo dell’esecutivo comunitario, durante il punto quotidiano con la stampa. “Ora la analizzeremo e risponderemo il prima possibile”, ha precisato.
La Commissione UE deve verificare se il governo Draghi ha effettivamente soddisfatto tutte le condizioni necessarie per ottenere l’esborso dopo il prefinanziamento da 24,9 miliardi di euro concesso all’Italia sulla base del regolamento sul Next Generation EU nell’agosto dello scorso anno. Entro sessanta giorni dovrà essere valutato il completamento degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, i cui 51 obiettivi vincolano l’erogazione della prima rata dal valore di 21 miliardi di euro.
Al più tardi ai primi giorni di marzo dunque l’esecutivo UE invierà la propria valutazione preliminare al Comitato economico e finanziario (EFC), mettendo nero su bianco se l’Italia ha rispettato le “misure fondamentali” sul fronte delle riforme nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione, dell’istruzione, del mercato del lavoro, del digitale, del turismo e delle infrastrutture. Il piano complessivo di ripresa e resilienza dell’Italia approvato dalla Commissione Europea sarà finanziato attraverso 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti, per un totale di 191,5 miliardi di euro.
Sempre oggi il portavoce del gabinetto guidato da Ursula von der Leyen ha confermato che anche dalla Grecia è arrivata la prima richiesta di pagamento (3,6 miliardi, su un piano complessivo da 30,5), depositata il 29 dicembre, mentre due giorni prima sono stati versati alla Spagna 10 miliardi di euro (su 69,5 in totale) in virtù della valutazione preliminare positiva della richiesta presentata da Madrid a metà novembre.