Bruxelles – Verde, digitale e sociale. A partire da domani (primo gennaio 2022) fino al 30 giugno, la Francia assumerà le redini del Consiglio dell’UE nella sua dodicesima presidenza di turno dal 1959, nel pieno della recrudescenza pandemica del COVID-19. Ripresa, forza e appartenenza sono le tre parole-chiave indicate dal presidente francese Emmanuel Macron tra i punti di forza della sua presidenza dell’UE, che coinciderà anche con la sua campagna elettorale per essere rieletto a capo dell’Eliseo (con le elezioni in aprile 2022).
Si chiude la presidenza della Slovenia con diversi dossier legislativi importanti ancora aperti sul tavolo e Parigi ha già in parte indicato quali saranno le priorità legislative da adottare o negoziare nei prossimi sei mesi. Sul fronte della transizione ecologica, come già scrivevamo, Parigi vuole un accordo tra Istituzioni sul meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), una vera e propria tassa sui beni importati che l’UE vuole imporre ai Paesi extra UE che non hanno gli stessi standard stringenti di Bruxelles sulla riduzione delle emissioni e sulla tutela ambientale. Il CBAM è uno dei dossier dell’ambizioso pacchetto ‘Fit for 55’ pubblicato dalla Commissione a luglio e su cui la presidenza di Slovenia che si chiude oggi ha fatto pochi progressi. Di tutte e quasi 16 le proposte Macron si è impegnato in particolare su questo dossier come una “questione di efficienza economica ed ecologica”, si legge sul sito della presidenza francese.
Passando alla transizione gemella, quella che investe il digitale, priorità sarà portare avanti il lavoro legislativo sulle Big Tech, su cui diversi passi avanti si sono osservati durante la presidenza di Lubiana. L’Unione Europea lavora alla regolamentazione economica e il potenziamento delle piattaforme digitali, in particolare di fronte all’incitamento all’odio, e Parigi punta a un accordo con l’Europarlamento sul Digital Services Act (DSA) e sul Digital Markets Act (DMA), i due pilastri della rivoluzione digitale che l’UE mette in atto anche per regolamentare le Big tech.
Non ultimo, l’attenzione di Macron è posta sul sociale per stabilire una legislazione comune europea sui salari minimi. Tra novembre e dicembre, sotto presidenza di Lubiana, prima il Parlamento europeo e poi il Consiglio dell’UE hanno finalizzato le rispettive posizioni e ora sono pronti a negoziare un accordo politico, che Parigi spera di concordare sotto il suo semestre.
Il futuro dell’Europa in mano a Macron
Le priorità legislative sono ben delineate, ma non ci sono solo quelle. Sulla presidenza francese pende anche la Conferenza sul futuro dell’Europa, proposta proprio da Parigi nel 2019 e lanciata lo scorso 9 maggio, che dovrebbe giungere a delle conclusioni politiche nella primavera del 2022. A spingere per la realizzazione della Conferenza è stato lo stesso Macron, per “sfruttarne” le potenzialità anche sul fronte interno per la sua ricandidatura a capo dell’Eliseo. Di come stanno procedendo i lavori della Conferenza, rallentata dal COVID-19, ne abbiamo parlato con una dei tre co-presidenti, la vice presidente esecutiva della Commissione Dubravka Suica, mentre Parigi è convinta che le raccomandazioni dei cittadini che arriveranno “alimenteranno le priorità della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea”.