Strasburgo – Nel suo ultimo intervento davanti ai capi di Stato e di governo dell’UE in qualità di presidente del Parlamento, David Sassoli, ha delineato le tre fondamenta della casa europea per la ripresa dalla pandemia del COVID-19: “Bisogna costruire un progetto condiviso da tutti i cittadini, un’Europa che innova, protegge e che sia faro democratico“.
L’innovazione riguarda prima di tutto le istituzioni e le politiche dell’Unione: “Il Parlamento ha da tempo presentato una proposta concreta sul diritto di iniziativa legislativa“, un punto di partenza per “rendere il sistema parlamentare democratico dell’UE più efficiente e rispettoso delle prerogative dei cittadini”, ha sottolineato Sassoli in conferenza stampa. Ma il presidente dell’Eurocamera ha poi ribadito al Consiglio UE uno dei suoi cavalli di battaglia degli ultimi mesi: “La riforma dei Trattati non può essere un tabù, l’unanimità e il diritto di veto sono anacronistici e condizionano le scelte senza rispettare maggioranze e opposizioni”. Le innovazioni coinvolgono anche la transizione ecologica, il pacchetto digitale, le risorse proprie e il Patto di stabilità e crescita: “Non possiamo più ingabbiare il nostro futuro e quello dei nostri figli nella regola del 3 per cento“.
La protezione “significa disporre di una migliore preparazione per reagire alle crisi future per l’UE, siano esse sanitarie, naturali, commerciali, diplomatiche o militari”, ha avvertito Sassoli. C’è da considerare l’aspetto della politica di difesa e di sicurezza comune (“sarà uno degli aspetti fondamentali della prossima presidenza francese”), l’integrazione delle politiche di gestione della migrazione e la gestione delle frontiere esterne. Ma “proteggere i cittadini europei significa anche adoperarsi perché ciascuno possa vivere dignitosamente del proprio lavoro, con un salario minimo decente e giusto” e “trovare risposte tecniche ed economiche efficaci in caso di crisi energetica, perché nessuno sia abbandonato alla povertà energetica“, ha puntualizzato Sassoli su uno dei temi più urgenti per l’UE.
E infine la questione della democrazia. “Nella prima parte della legislatura abbiamo fatto un percorso importante, legando tutti i provvedimenti economici alla difesa dei valori e dello Stato di diritto, ma nessuno si deve sentire appagato“, è stato l’avvertimento del presidente del Parlamento UE. “Il modello democratico europeo non si trova in molti posti del mondo” e, in particolare dallo scoppio della pandemia COVID-19, “ci siamo accorti tutti che senza l’Europa saremmo più fragili”. È per questo motivo che “possiamo riannodare i fili della fiducia tra cittadini e istituzioni che sembravano spezzati”, anche attraverso la Conferenza sul futuro dell’Europa: “Dovrà trarre le prime conclusioni sotto presidenza francese su come adeguare le istituzioni e rendere la democrazia più efficiente”, ha aggiunto il presidente dell’Eurocamera.
Nel corso della conferenza stampa Sassoli ha anche commentato la sua decisione di ritirarsi dalla corsa per il rinnovo della presidenza del Parlamento UE e la possibilità che venga raggiunto un accordo sulla figura dell’attuale vicepresidente popolare, Roberta Metsola: “Ora iniziano i negoziati, non diamo nulla per scontato”. La stoccata nei confronti del PPE è netta – “a me non interessa discutere solo di assetti, come altre forze politiche” – ma è ancora più dura ed esplicita nei confronti dei Verdi: “A oggi la maggioranza è composta da liberali, popolari e socialisti, nonostante i miei tentativi di allargarla ai Verdi, loro non sono interessati e vogliono avere le mani libere”. Per l’attuale presidente del Parlamento UE socialdemocratico, “la politica è fatta di scelte, bisogna dire da che parte si sta” e una delle certezze alla vigilia dei negoziati è “l’esclusione della destra di Identità e Democrazia anche per la seconda parte della legislatura”.