Bruxelles – Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre, dopo circa 12 ore di negoziati, Parlamento e Consiglio hanno trovato un compromesso sulla revisione del regolamento TEN-E, l’insieme delle norme europee che definiscono quali progetti energetici transfrontalieri possono essere considerati “progetti di interesse comune (PCI)”, dando loro accesso a determinati fondi europei.
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La Commissione UE ha proposto a dicembre dello scorso anno di aggiornare le regole delle TEN-E per conformarsi ai suoi obiettivi sui cambiamenti climatici, escludendo dai finanziamenti le infrastrutture dedicate ai combustibili fossili, sia petrolio che gas. L’accordo tra i co-legislatori prevede di porre fine al sostegno a nuovi progetti di gas naturale e petrolio e introdurre criteri di sostenibilità obbligatori per tutti i progetti. Fino al 31 dicembre 2029 è previsto un periodo transitorio in cui le infrastrutture per il gas esistenti che sono state adeguate potranno essere usate per trasportare o stoccare una miscela predefinita di idrogeno con gas naturale o biometano (il cosiddetto blending gas). L’ammissibilità all’assistenza finanziaria dell’UE per tali progetti terminerà il 31 dicembre 2027.
Solo pochi mesi fa gli Stati membri si sono trovati divisi sul livello di ambizione per centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2050 e infatti uno dei punti critici del compromesso è stato il sostegno che i Ventisette hanno voluto continuare a dare ai progetti di gas a Malta e a Cipro, che ancora non sono interconnessi alla rete transeuropea del gas, per cui i progetti in fase di sviluppo o di pianificazione cui è stato attribuito lo status di progetto di interesse comune possono continuare fino al completamento dell’interconnessione.
Una sorta di deroga sullo stop ai finanziamenti, a cui il Parlamento si è opposto ma che infine è passata nel compromesso finale: i gasdotti Melita ed Eastmed potranno beneficiare dei fondi fino al 2027, a condizione di puntare a una conversione al 100 per cento a idrogeno entro il 2036. Per quanto riguarda il processo di selezione dei progetti finanziati, l’accordo prevede di tenere conto del parere di un Consiglio scientifico indipendente e di una “revisione” dell’agenzia europea di regolamentazione (ACER) prima dell’approvazione definitiva da parte della Commissione.
“L’accordo raggiunto oggi garantisce che in futuro nessun nuovo progetto di combustibili fossili riceverà finanziamenti dal Connecting Europe Facility. Ci assicura di investire in un futuro verde e climaticamente neutro che garantisca efficienza, competitività e sicurezza degli approvvigionamenti, senza lasciare indietro nessuno”, Jernej Vrtovec, ministro delle Infrastrutture sloveno che detiene la presidenza di turno. L’accordo sarà dettagliato nelle prossime ore e gli Gli ambasciatori dei Ventisette dovranno convalidarlo il 22 dicembre e il 26 gennaio è previsto il voto in Commissione Energia (Itre).