Strasburgo – Una definizione comune nel diritto penale, misure severe contro chi commette reati e meccanismi di protezione e sostegno per le vittime. Sono queste le proposte del Parlamento UE contro la violenza di genere online, “una piaga profondamente radicata nella nostra società e una delle più gravi violazioni dei diritti umani”, come l’ha definita Eliza Vozemberg-Vrionidi (PPE), co-relatrice insieme a Sylwia Spurek (Verdi/ALE) della relazione di iniziativa legislativa approvata oggi (martedì 14 dicembre) in sessione plenaria con 513 voti a favore, 122 contrari e 58 astenuti.
In sostanza, le eurodeputate e gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione UE una direttiva per il contrasto della violenza di genere online, “una continuazione di ciò che già le donne subiscono offline“, ha aggiunto la relatrice dei popolari europei. Si tratta di “una sfida imposta dalla modernità, anche se è una nuova faccia di un vecchio nemico che si manifesta dappertutto, in casa, in pubblico e anche su Internet”, le ha fatto eco la collega dei Verdi. Servono “misure specifiche e armonizzate sul territorio comunitario, un’azione specifica che risponda alla necessità di ogni donna di sentirsi al sicuro”, ha spiegato Spurek.
Nel pacchetto di proposte approvato dall’Eurocamera è stata inserita la necessità di “gestire il reato attraverso il codice penale degli Stati membri” e di “mettere al centro la tutela delle vittime”, ha spiegato ancora Vozemberg-Vrionidi. “Bisogna inoltre fare un’opera di prevenzione e portare la questione su un piano di sensibilizzazione quotidiana contro gli stereotipi di genere”, ha aggiunto l’eurodeputata greca.
Nel corso del dibattito in plenaria che si è svolto ieri pomeriggio (lunedì 13 dicembre) María Soraya Rodríguez Ramos (Renew Europe) ha appoggiato con forza la richiesta di “introdurre la violenza di genere nei Trattati UE”, dando “una definizione comune anche di violenza online”. Maria Walsh (PPE) ha ricordato le “lacune presenti nel quadro giuridico europeo” e il fatto che “se continuerà l’impunità, non si fermeranno gli abusi”. Dalle fila del Partito Democratico l’eurodeputata italiana Pina Picierno (S&D) si è soffermata sul fatto che “se non ci occupiamo delle conseguenze serie e concrete per la vita delle donne, dalle intimidazioni al revenge porn, le donne continueranno a sentirsi sole”, mentre la collega di gruppo politico Maria Noichl ha annunciato che “siamo pronti ad appoggiare tutto ciò che la Commissione farà per proteggere le donne dalla violenza online”.
Proprio a nome del gabinetto von der Leyen, la commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, è intervenuta di fronte all’emiciclo di Strasburgo promettendo una direttiva contro la violenza di genere “entro l’inizio del prossimo anno“, con un focus particolare su quella domestica e online. La commissaria Dalli ha affermato di condividere “appieno” l’impegno per combattere “ogni forma di discriminazione” e nel caso della violenza di genere “vogliamo arrivare a misure mirate in linea con la Convenzione di Istanbul” (il trattato internazionale del 2011 contro la violenza domestica e sulle donne).
E infine, così come richiesto dal Parlamento UE, “dobbiamo anche riuscire a fare un’opera di prevenzione e a sostenere le vittime di questo tipo di reato”, ha promesso la commissaria per l’Uguaglianza, ricordando che nella proposta di legge sui servizi digitali – domani al voto in commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) – “le piattaforme online saranno obbligate a segnalare i contenuti illegali online, anche sul piano della violenza di genere”.