Bruxelles – Privare il minore del rapporto con uno dei suoi genitori nell’ambito dell’esercizio del suo diritto alla libera circolazione o anche “rendergli impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio di tale diritto per il fatto che i suoi genitori sono dello stesso sesso”, non è possibile. E’ un qualcosa che “è contrario ai diritti fondamentali” dell’UE. Per questo motivo i figli minori di coppie gay devono avere documenti d’identità dalle autorità degli Stati di cui hanno la cittadinanza.
La Corte di giustizia dell’UE sancisce il primato di diritto e valori comunitario sulle questioni etico-culturali. la direttiva sulla libera circolazione, del resto, parla chiaro: ogni Stato membro è obbligato a rilasciare un documento valido per l’espatrio e, quindi, per circolare liberamente sul suolo dell’UE. Il fatto che un figlio risulti avere due genitori dello stesso sesso non cambia le cose.
Le autorità bulgare si erano opposte al rilascio di documento per una bambina richiesta dalla madre, residente in Spagna e regolarmente sposata con una donna nel rispetto delle leggi del Paese ospitante. Da Sofia volevano prova di filiazione biologica, ma la Corte stabilisce che questa cosa non è possibile. Intanto in Spagna era avvenuto il riconoscimento del nucleo familiare, e ogni Stato membro è tenuto a riconoscere i documenti ufficiali rilasciati da altri Paesi UE.
Inoltre la legislazione UE in materia di minori tende sempre a garantire loro tutele e protezione, come dimostra anche la recente sentenza che stabilisce il diritto ai minori di un richiedente asilo di essere riconosciuto automaticamente come tale. Un minore è sempre un minore, ma soprattutto non si può discriminare un bambino per i suoi genitori, neppure se si tratta di figli minori di coppie gay.
“In Europa servono più diritti e meno pregiudizi e quindi non possiamo che accogliere favorevolmente la decisione della Corte di giustizia europea”, il commento di Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Questa sentenza rappresenta, inoltre, un monito per tanti Comuni italiani, che non possono ignorare che i diritti dei bambini devono essere primari e superiori a qualsiasi altra battaglia di tipo politico e ideologico”.