Bruxelles – Assemblee cittadine con incontri periodici, dazi sulle emissioni agricole importate e sulle grandi imprese. E ancora, revisione del voto all’unanimità e istituzione di un Referendum europeo da usare “in casi eccezionali”. Sono 39 su 42 le raccomandazioni approvate dai 200 cittadini europei del secondo panel della Conferenza sul futuro dell’Europa, dedicato ai temi della “Democrazia europea e valori e diritti, stato di diritto, sicurezza”. Nel fine settimana (10-12 dicembre) è la Badia Fiesolana che ospita l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze) ad aver fatto da cornice all’ultimo incontro di questo panel, nonché quello più decisivo, perché dopo settimane di discussioni questo è il primo dei quattro panel ad aver formulato le raccomandazioni politiche da presentare ai rappresentanti delle istituzioni durante la plenaria del 21-22 gennaio.
Nel corso dei tre giorni, i 200 cittadini – di cui la maggior parte in presenza, e qualcuno collegato online – hanno elaborato e discusso su 42 enunciati, approvandone 39: per essere approvate le raccomandazioni dovevano ricevere oltre il 70 per cento dei consensi. Tutti i cittadini, all’arrivo, sono stati dotati di tablet personali su cui esprimere il proprio parere con un pollice in su (che significa “essere d’accordo” con la raccomandazione) o al contrario con un pollice in giù. I cinque cluster tematici da cui gli enunciati delle raccomandazioni sono stati formulati sono: “Garantire i diritti e la non discriminazione”; “”Protezione della democrazia e dello Stato di diritto”; “Riforma dell’UE”; “Costruire un’identità europea” e “Rafforzare la partecipazione dei cittadini”. L’elenco completo delle raccomandazioni dovrebbe essere pubblicato nelle prossime ore.
Riformare l’UE
Nel quadro del filone tematico sulla riforma delle Istituzioni UE (forse quello più interessante, che potrebbe portare a chiedere una revisione dei Trattati) i cittadini chiedono anche di ripensare il sistema di voto dell’UE con “particolare attenzione al voto all’unanimità” che spesso non consente di portare a casa le decisioni in alcune materie, come la politica estera. “Se dovesse essere necessario, raccomandiamo di rivedere i Trattati per affrontare il tema dell’unanimità”, scrivono nella raccomandazione n. 22. La formulazione è ancora molto vaga, non si chiede esplicitamente una abolizione ma una revisione del sistema di voto, con attenzione a conservare gli interessi dei Paesi più piccoli che potrebbero risentirne.
Ancora, chiedono di modificare il nome delle istituzioni europee per “chiarirne meglio la funzione ai cittadini che spesso le confondono” e di istituire un Referendum europeo a cui ricorrere in casi eccezionali – “attivato dal Parlamento europeo e legalmente vincolante” – con cui votare le decisioni più importanti che riguardano tutta l’UE, anche se nella raccomandazione non sono citati casi specifici in cui potrebbe essere impiegato. Dallo stesso filone emerge la richiesta di una nuova legge elettorale per il Parlamento europeo, per “armonizzare le condizioni di voto negli Stati membri”.
Tasse e stato di diritto
Sul fronte economico, i cittadini chiedono di tassare le “grandi imprese” e reinvestire quel denaro in educazione e sviluppo, ad esempio attraverso nuovi finanziamenti al programma Erasmus, e di concentrarsi “sull’eliminazione dei paradisi fiscali“. Se anche non l’argomento principale di questo panel, il tema della sostenibilità ambientale rientra comunque trasversalmente nelle raccomandazioni: dal primo filone sulla “non discriminazione” arriva la richiesta di “salvaguardare il benessere animale negli allevamenti, con criteri minimi più dettagliati” e di porre fine “ai sussidi per la produzione agricola intensiva, se non finalizzata alla transizione”. Si arriva inoltre a domandare di “introdurre dazi sui beni importati agricoli dell’UE”. Focus anche sulla privacy e sui dati: secondo i cittadini europei le “entità responsabili della protezione dei dati dovrebbero avere licenze a livello europeo, dovrebbero essere indipendenti ed essere sottoposte ad audit annuali” su come svolgono il loro lavoro di controllo. Si chiede inoltre una standardizzazione delle politiche europee sulla privacy, rendendole “comprensibili e a misura di quelli che le usano”.
I cittadini hanno le idee chiare anche sullo stato di diritto. Tanto da chiedere all’UE di emendare il meccanismo che vincola i fondi europei del bilancio al rispetto dello Stato di diritto, – la cosiddetta condizionalità adottata lo scorso 16 dicembre 2020 e che la Commissione Europea ancora non ha attivato nei confronti di Ungheria e Polonia – per estenderlo a tutte le “violazioni sullo stato di diritto, non solo quelle legate al bilancio” dell’UE. Inoltre, chiedono a Bruxelles di organizzare “conferenze annuali sullo stato di diritto, dopo la pubblicazione della relazione” elaborata dall’Esecutivo ogni anno sui progressi degli Stati membri in materia. Secondo i cittadini i governi “dovrebbero essere obbligati a inviare delle delegazioni diversificate” a queste conferenze “che includano sia cittadini che funzionari pubblici”.
Prossimi passi per le raccomandazioni
Alcune sono molto generiche, mentre altre tendono a entrare più nel dettaglio. Per rafforzare la partecipazione dei cittadini al processo decisionale (il quinto cluster tematico), nell’ultima raccomandazione (n.42) i cittadini chiedono all’UE di organizzare “Assemblee dei cittadini che si riuniscano ogni 12-18 mesi, con mandati prescritti da una legge”. In sostanza, si vuole andare verso una normalizzazione di questo processo inedito di democrazia partecipativa che rappresenta la Conferenza sul futuro dell’Europa, con incontri regolari tra cittadini. E infatti nello stesso filone si chiede di istituire un gruppo di “osservatori indipendenti dei cittadini, che siano presenti alle decisioni dell’Unione Europea” che riguardano tutti e anche un vero e proprio “organo di rappresentanza dei cittadini (con circa 100 cittadini da ciascuno Stato membro) ogni volta che c’è qualcosa di importante da decidere”.
Il messaggio è chiaro almeno per quanto riguarda la volontà di essere più coinvolti nelle decisioni a livello europeo e, perché no, rendere questo esercizio a carattere permanente, anche se in forma diversa. Le prime 39 raccomandazioni – a cui dovranno aggiungersi quelle degli altri tre panel – finiranno al centro del confronto con i rappresentanti delle Istituzioni alla plenaria del 21-22 gennaio 2022. Prima di questo atteso momento di confronto, nel mese di gennaio è in programma la terza riunione del terzo panel dedicato a Cambiamento climatico e salute (7-9 gennaio 2022) a Natolin (Varsavia) in Polonia e il quarto dedicato a UE nel mondo e migrazioni (14-16 gennaio) a Maastricht nei Paesi Bassi.