Bruxelles – C’è bisogno di più sicurezza sui dispositivi connessi a Internet e venduti nell’UE, e i giocattoli non fanno eccezione. La pensano così gli eurodeputati della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento UE, che hanno votato all’unanimità (44 voti a favore) la relazione che chiede di rafforzare le regole comunitarie per garantire che tutti i giocattoli venduti sul mercato dell’Unione, anche da Paesi extra-UE e online, siano sicuri.
Il rischio era già stato evidenziato dalla Commissione Europea lo scorso 29 ottobre, quando erano state proposte nuove misure per la sicurezza informatica dei prodotti venduti nel Mercato Unico. Ma con il testo presentato dal relatore Brando Benifei (S&D) e approvato ieri (giovedì 9 dicembre) in commissione IMCO, si è fatto un passo in avanti. Gli eurodeputati hanno riconosciuto che, nonostante la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli (TSD) del 2009 finora abbia fornito un alto livello di protezione, alcuni produttori che vendono i loro prodotti nell’UE attraverso i mercati online sono in grado di raggirare la legislazione comunitaria: la conseguenza è che molti giocattoli rappresentano ancora una minaccia “significativa” per i bambini europei.
È per questo motivo che è stato chiesto all’esecutivo comunitario di rafforzare le regole sulla produzione e la vendita di prodotti sul territorio dell’Unione. Sono soprattutto le piattaforme online a essere coinvolte nell’obbligo di “assumersi maggiori responsabilità nel garantire la sicurezza e la conformità dei giocattoli venduti nell’UE“, per esempio rimuovendo quelli non sicuri e impedendo la loro ricomparsa.
La vera novità della relazione è l’interesse nei confronti delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e l’etichettatura elettronica (dispositivi costituiti da un modulo display e da un ripetitore che permettono di velocizzare la trasmissione di informazioni tra cliente e produttore). Da una parte “il loro uso dovrebbe essere esplorato dalla Commissione”, ma anche gli Stati membri UE “dovrebbero coordinare le loro attività di sorveglianza del mercato per individuare più efficacemente i giocattoli non sicuri“, dotando le autorità nazionali competenti di “adeguate risorse umane, finanziarie e tecniche” per migliorare i controlli. A questo si somma il fatto che “i giocattoli connessi a Internet creano nuove vulnerabilità e rappresentano un rischio per la sicurezza, la privacy e la salute mentale dei bambini”. Di qui la necessità di incoraggiare i produttori a integrare meccanismi di cybersicurezza nella progettazione dei loro prodotti, che la Commissione dovrà affrontare attraverso la sua proposta.
Va sottolineata poi la richiesta di implementare la direttiva del 2009 con la possibilità di abolire l’attuale distinzione tra i giocattoli destinati ai bambini sotto i 36 mesi e quelli per bambini più grandi, estendendo a tutti i giocattoli un valore limite più severo per le sostanze chimiche, come nitrosammine e nitrosabili (sostanze cancerogene che vengono assorbite attraverso bocca e pelle). Inoltre, “la Commissione dovrebbe garantire che gli interferenti endocrini [sostanze chimiche che possono alterare il normale equilibrio ormonale, ndr] siano vietati nei giocattoli non appena vengono identificati”, specifica la relazione. In vista di una futura revisione della direttiva TSD, gli eurodeputati chiedono anche un meccanismo che permetta di cambiare rapidamente i valori limite delle sostanze pericolose e disposizioni di etichettatura per le sostanze allergeniche e chimiche pericolose, di durata e riparabilità dei giocattoli.
“I nostri bambini meritano di beneficiare del più alto livello di protezione quando giocano”, ha dichiarato Benifei. Il relatore ha sottolineato che “le incoerenze, le sfide emergenti e le recenti scoperte scientifiche indicano che la direttiva UE sulla sicurezza dei giocattoli ha bisogno di una revisione”. La sfida principale del prossimo futuro è la “difesa della sicurezza e della privacy dei bambini attraverso un’azione sui giocattoli connessi”.