Bruxelles – Le dosi di vaccino contro la COVID-19 non sono più un problema per l’UE. Dopo le difficoltà di approvvigionamento dei primi mesi della campagna di vaccinazione, Bruxelles è corsa ai ripari lavorando in questi mesi allo sviluppo di capacità produttiva all’interno dell’Unione stessa, che la rendesse meno dipendente da Paesi terzi.
“Entro fine anno avremo a disposizione qui in Europa una capacità produttiva di oltre 300 milioni di vaccini anti-COVID al mese”. Ad assicurarlo è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento di questa mattina (9 dicembre) alla 565esima plenaria del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE). Ricorda che Bruxelles ha già in essere vari contratti di fornitura con le farmaceutiche con base in UE “e avremo accesso a vaccini adattati” alla nuova variante Omicron “se dovesse essere necessario”.
I vaccini ci sono, mette in chiaro la presidente. Non solo per sostenere la vaccinazione in Ue ma anche per contribuire a quella mondiale, compresa quella dei Paesi a basso e medio reddito che fatica a decollare soprattutto in Africa. “Coloro che sono vaccinati sono i più protetti da malattie gravi, è la migliore protezione che si può ottenere oggi contro il virus, qualunque sia la variante”, ha ammonito. La recrudescenza del virus con l’inizio dell’autunno ha portato a un aumento dei sintomi gravi della malattia COVID-19, “dei ricoveri ospedalieri e un alto numero di morti. Tutto ciò purtroppo è molto concentrato tra coloro che non sono ancora vaccinati”, ha aggiunto.
Se l’aumento della capacità produttiva sembra tardiva come iniziativa, in realtà non lo è. Molti Stati membri sono indietro con le vaccinazioni (sei Stati membri ancora sotto la soglia del 55 per cento degli immunizzati e altri hanno appena cominciato con la campagna di richiamo (booster). Non è chiaro se e quando il virus passerà da una condizione pandemica a una endemica, ma i vaccini per ora continueranno a servire. “Ora siamo ben preparati, ma dobbiamo aumentare i tassi di vaccinazione in tutta l’Unione europea e in tutte le età, compresi i giovani e i bambini, accelerare con le dosi booster, adesso sono necessarie tre dosi”.