Bruxelles – È arrivato il via libera anche del Consiglio dell’UE al regolamento che istituisce l’Agenzia europea per l’asilo, uno degli elementi del percorso negoziale sulle proposte del Patto per la migrazione e l’asilo, presentato a settembre dello scorso anno dalla Commissione. I ministri UE responsabili per gli Affari Interni hanno approvato oggi (giovedì 9 dicembre) il testo concordato lo scorso 29 giugno con i co-legislatori del Parlamento Europeo, che trasforma l’attuale Ufficio (EASO) in un’agenzia indipendente a tutti gli effetti. L’ok dell’Eurocamera era già arrivato nel corso della sessione plenaria di novembre.
“È un passo importante nella costruzione della politica comune dell’Unione Europea in materia di asilo“, ha commentato il ministro dell’Interno sloveno e presidente di turno del Consiglio dell’UE, Aleš Hojs. “Questa agenzia sarà in grado di fornire un sostegno rapido e tangibile agli Stati membri ovunque sia necessario”, ha aggiunto, sottolineando che “contribuirà anche nella cooperazione con i Paesi terzi”.
La nuova Agenzia europea avrà un responsabile dei diritti fondamentali, incaricato di garantire il rispetto della politica di asilo e di sovrintendere il meccanismo di denuncia delle violazioni. Sarà istituito un pool di 500 esperti nazionali (interpreti, gestori di casi, specialisti dell’accoglienza), che potrà essere dispiegato sul campo in squadre di supporto per l’asilo, su richiesta degli Stati membri. Sarà poi aumentato il sostegno alla cooperazione tra Stati membri UE e Paesi terzi, in ottica di sviluppo della dimensione esterna dell’Unione.
Per quanto riguarda il monitoraggio degli Stati membri, entrerà in vigore in una fase successiva, come richiesto da Italia, Grecia, Spagna, Malta e Cipro per superare l’approccio a pacchetto. A partire dal 31 dicembre 2023 l’Agenzia europea controllerà se i diversi aspetti del sistema comune di asilo vengono applicati sul campo, in particolare per quanto riguarda gli impegni assunti per l’accoglienza, i diritti fondamentali e le garanzie di protezione dei minori. Il sistema di monitoraggio – comprese le disposizioni sulla preparazione in situazioni di pressione sproporzionata – entrerà integralmente in vigore solo quando il sistema di Dublino sarà riformato attraverso le proposte della Commissione, tra cui anche la complessa questione del meccanismo di solidarietà obbligatoria tra i Paesi membri per il ricollocamento delle persone migranti.
“I nodi ancora da sciogliere saranno affrontati e risolti sotto la presidenza francese”, ha promesso la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, oggi a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Interni. “Speriamo che il principio di solidarietà venga sempre abbinato a quello di responsabilità”, si è augurata la ministra, ricordando che l’Italia sostiene la redistribuzione su base volontaria, “perché ci saranno sempre Paesi membri che non vorranno partecipare”. Tuttavia, “dovremo pensare insieme alla Commissione a un sistema di penalizzazioni e dare avvio a un piano di redistribuzione con quote pre-stabilite“.
Parlando della situazione delle frontiere, Lamorgese ha sottolineato che “dobbiamo operare per prevenire le partenze, perché le frontiere marittime sono ben diverse da quelle terrestri”. Per esempio, “i numeri che vediamo sul confine con la Bielorussia sono inferiori a quelli che abbiamo in Italia”, anche se “in quel caso parliamo di una minaccia ibrida“, ha ribadito la posizione dei Ventisette la ministra italiana.