Bruxelles – Rilanciare partenariati e relazioni col continente africano, rilanciare il processo di adesione dei Paesi dei Balcani occidentali, perché “bisogna essere chiari sulle loro prospettive europee”. Poi progressi sulla difesa comune, digitale, riforma delle regole di bilancio, approvazione del salario minimo europeo. Emmanuel Macron sciorina i tanti temi che la presidenza francese del Consiglio dell’UE intende far progredire a partire dal primo gennaio, giorno di inizio del semestre.
“Su questa agenda dobbiamo fare passi avanti”. Lo ripete più volte, per ragioni diverse. Chiaramente personali, visto che la presidenza francese coincide con la campagna elettorale per l’elezione del presidente francese, ruolo che Macron vorrebbe vedere confermato. Ma pure per ragioni contingenti e non solo francesi.
“Vivremo questa presidenza in un momento particolare, un tempo di crisi sanitarie, tentativi di destabilizzare la nostra democrazia, le differenze ricchi-poveri che aumentano, la sfide della trasformazione verde e digitale”. Macron cita innanzitutto i temi che la presidenza francese che verrà non ha scelto di mettere in agenda ma che sono piombati per forza di cose. Di fronte a tutto ciò “c’è bisogno di unirci, noi europei“.
Vuole più Europa, Macron. Non usa mai l’espressione ‘Stati Uniti d’Europa’, ma chiama a raccolta i popoli. “La storia dell’Europa non è solo la somma di 27 Paesi. Vogliamo rilanciare la storia dell’Europa, in un momento in cui il revisionismo si afferma sempre di più. Dobbiamo creare un quadro accademico per un forgiare una storiografia dell’Europa“, e annuncia l’intenzione di lavorare per la realizzazione di una “università europea”.
E’ solo uno dei tanti obiettivi che l’Eliseo si è posto per i prossimi sei mesi, e che risponde all’ultima delle tre parole d’ordine del motto europeo francese. Se per la Francia resta fermo l’imperativo di ‘liberté, egalité, fraternité’ (libertà, uguaglianza, fratellanza), per gli europei i sei mesi a guida transalpina risponderanno all’imperativo ‘ripresa, forza, appartenenza’.
Su tutti questi tre imperativi Macron e la presidenza di turno del Consiglio che seguiranno a breve intendono fare passi avanti. Il logo scelto lo suggerisce chiaramente con la freccia utilizzata per completare la ‘E’ dell’UE.
Per la ripresa, “serve un nuovo modello di crescita”. L’inquilino dell’Eliseo lo ritiene “indispensabile per uscire dalla crisi, perché viviamo e dovremo vivere con le conseguenze della pandemia”. Visto che si tratta di dover riscrivere le regole del gioco, “ospiteremo un vertice straordinario dei 27 a marzo”, per trovare la nuova impalcatura che consenta le trasformazioni digitali e sostenibili senza lasciare nessuno indietro e permettendo gli investimenti che servono. Allo stesso tempo “dobbiamo creare un lavoro di qualità” e di dignità. “La proposta di un salario minimo sarà al cuore della nostra presidenza”.
La ripresa passa per l’ambiente. Lo dimostra la moneta celebrativa voluta dalle autorità francesi, che ricordano quanto la natura sia resistente – a voler indicare la volontà di fare dell’UE un club a prova di crisi e minacce – e quanto sia impegnata Parigi nelle battaglie per clima. Quanto, esattamente? Risponde Macron, con il programma per il semestre. “Dobbiamo creare le alternative de-carbonizzanti compatibili con i nostri obiettivi. Noi vogliamo l’attivazione della tassa sul carbonio alle frontiere. Vogliamo anche l’attivazione delle clausole di sostenibilità per il commercio”.
E poi il digitale. Per una ripresa competitiva “dobbiamo creare un vero mercato unico digitale, eliminare le regole in eccesso, abbattere le barriere tra Stati membri”. Macron insiste sulla proposta di atto europeo per i servizi digitali e l’atto per i mercati digitali, due dossier che intende portare in porto entro giugno.
Al primo dei tre imperativi del motto della presidenza francese del Consiglio UE risponde l’obiettivo di più sovranità europea. Vuol dire “mantenere il pieno controllo delle nostre frontiere, creare un meccanismo di gestione delle crisi, far avanzare il pacchetto immigrazione”. Ma non solo. Occorre “far avanzare la politica di difesa”, e in tal senso l’obiettivo è trovare un accordo sulla bussola strategica, al vertice dei leader di marzo.
Ma la presidenza francese del consiglio dell’UE guarda certamente alla Germania. L’appartenenza ben si sposa con il programma del nuovo governo tedesco, che mira al completamento dell’integrazione. ”
“Mi felicito che la nuova coalizione di governo in Germania abbia la stessa ambizione”, quella di un’Europa più unita, sottolinea Macron.
Che Berlino possa continuare a giocare un ruolo, è un qualcosa su cui fa affidamento anche il governo di Parigi. Il primo ministro Jean Castex non ha dubbi: “Il sodalizio franco-tedesco resterà forte”, dice dopo aver ricevuto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che a Parigi guarda con grande attenzione e aspettative. “Vogliamo il successo della presidenza francese del Consiglio, visto che coincide con le grandi priorità dell’Europa”.