Bruxelles – Con le nuove regole adottate ieri (mercoledì 8 dicembre), la Commissione UE ha deciso di rendere il proprio software open source, ovvero accessibile pubblicamente a beneficio di cittadini, imprese e innovatori ogni volta che vengono rilevati potenziali benefici per la società e l’economia europea.
Dopo la pubblicazione dello studio di impatto – che aveva dimostrato la possibilità di creare fino a 600 nuove start-up ogni anno nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) con un aumento del 10 per cento dei contributi ai software ‘liberi’ – è arrivata la decisione di autorizzare i servizi della Commissione a pubblicare il codice sorgente del software che possiedono in tempi brevi, evitando allo stesso tempo rischi di sicurezza e riservatezza.
Grazie a queste nuove regole non sarà più necessario attendere la decisione della Commissione ogni volta che si richiede la diffusione di software sotto licenza open source e si permetterà agli sviluppatori di contribuire ai progetti UE con miglioramenti nell’ambito del proprio lavoro. Tra i software inclusi ci sono anche quelli per sviluppare Eurostat, il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF), il programma Interoperable Europe (soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini), e il Centro comune di ricerca (JRC).
Un esempio dei benefici dell’open source nell’UE è eSignature, un insieme di standard, strumenti e servizi gratuiti che aiutano le pubbliche amministrazioni e le imprese ad accelerare la creazione e la verifica delle firme elettroniche valide legalmente in tutti gli Stati membri dell’UE. O ancora il Legislation Editing Open Software (LEOS), software usato dall’esecutivo UE per redigere testi legali.
“Le nuove regole porteranno un valore significativo alle aziende, alle start-up, agli innovatori, ai cittadini e alle amministrazioni pubbliche”, ha promesso la commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel. Il collega responsabile per il Bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn, ha invece sottolineato che “mettere in comune gli sforzi per migliorare il software e la co-creazione di nuove funzionalità abbassa i costi per la società”, mentre “specialisti esterni e indipendenti potranno controllare il software alla ricerca di bug e falle di sicurezza, contribuendo al miglioramento della sicurezza dell’Unione”.