Bruxelles – La cosa appare talmente folle che vogliamo qui riportare il testo originale, perché ha dell’incredibile:
Sanitary requirements
All accredited media representatives must fulfil one of the following conditions:
- to have had a negative PCR test, taken as close as possible to the meetings dates and no more than 48 hours before the start of the Eastern Partnership Summit;
- an alternative option is to have obtained a certificate by a medical doctor stating that the person has recovered from COVID-19 within a timespan of maximum six months.
Journalists must confirm that they fulfil one of these conditions by replying to the email informing them on the confirmation of their accreditation. (Neretto nell’originale, ndr)
Stiamo parlando dei requisiti sanitari necessari per accedere al palazzo dove si svolgerà il prossimo Consiglio Europeo a Bruxelles il 16 dicembre. I giornalisti accreditati, che saranno solo 260 contro gli oltre 1.000 delle edizioni in tempi non pandemici, dovranno dunque presentarsi alla porta del palazzo Justus Lipsius con il referto di un test PCR eseguito al massimo 72 ore prima (l’Eastern Partnership Summit si svolgerà il 15 dicembre nello stesso luogo) o, in alternativa, un certificato medico che affermi che si è guariti dal COVID da meno di sei mesi. Anche se, si spiega, l’esibizione del documento non sarà richiesta, “è un sistema basato sulla fiducia”. Dunque se un giornalista No Vax sleale decide che vuole entrare può farlo anche senza farsi il tampone, contando sul fatto che ci si fida di lui.
La campagna vaccinale è stata inutile, dimentichiamocela. Da mesi la Commissione, i governi, fanno i salti mortali per convincere le persone a vaccinarsi, il Paese giudicato tra i più avanzati nella prevenzione, l’Italia, addirittura ha appena varato un provvedimento per il quale il Green pass in molti casi vale solo per vaccinati e guariti, escludendo appositamente i testati negativi per spingere le persone a vaccinarsi. Per non dire quanti miliardi la Commissione ha speso per fornire vaccini a tutti i governi, ed ecco che il Consiglio europeo manda tutto all’aria, sconfessa politiche che sono state difficili da coordinare, che hanno segnato lacerazioni e poi grandi passi avanti nell’Unione, dicendo: il COVID Pass non vale nulla, noi abbiamo un’altra strategia. In una riunione nella quale proprio dell’estensione dell’uso di questo documento si parlerà.
Chi ha fatto non una, non due, ma tre dosi di vaccino non potrà entrare, a meno di non arricchire qualche farmacia brussellese. Anzi, un test center in particolare sembra essere consigliato dai funzionari del Consiglio: Testing can be done in any test center in Brussels … the closest being Village de test Mérode – Testdorp Mérode, Avenue de Tervueren/Tervurenlaan, 1040 Etterbeek. Sappiamo anche da chi andare. E anche chi ci manda.
AGGIORNAMENTO (9 dicembre): dopo ore ed ore di schermaglie su un chat tra giornalisti e ufficio stampa del consiglio, un addetto stampa spiega che no, il green pass oppure il certificato di guarigione ci vogliono, ma ci vuole anche il test. Ma è una sua spiegazione, non un comunicato ufficiale del Consiglio, e alla domanda precisa: “Una persona non vaccinata ma con un tampone negativo dunque può entrare?” non risponde. Qualcuno, senza farsi citare, spiega che la decisione è stata presa perché arriveranno anche giornalisti da Paesi extra UE dove il COVID pass non esiste, e non li si voleva penalizzare.