Bruxelles – La discussione sull’obbligo vaccinale è legittima, ma “è chiaro che su una materia tanto delicata ogni Paese si orienta in base al suo quadro epidemiologico”, spesso molto differente tra Stato membro a Stato membro. A sottolinearlo il ministro della Salute Roberto Speranza in un punto stampa a margine del Consiglio Salute riunito oggi (7 dicembre) a Bruxelles, in cui con gli omologhi europei si è dato via libera al principio di rafforzamento dell’Unione Europea della Salute.
L’obbligo vaccinale è al centro del confronto politico in molti Stati membri, ma nonostante l’invito della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ai governi ad aprire un dibattito, i ministri non ne hanno discusso alla riunione e sembra che per ora si possa escludere un approccio coordinato a livello europeo. Dopo l’Austria che intende estenderlo a tutta la popolazione, anche la Grecia, la Francia si sono orientate per l’obbligo su alcune categorie, e nelle prossime ore potrebbe arrivare un annuncio in questa direzione anche da parte della Germania.
“Annunci che seguiamo con grande attenzione, ma parliamo di misure che entreranno in vigore solo nel 2022”, ha ricordato Speranza rivendicando che l’Italia è stato il primo Paese a introdurre l’obbligo per il personale sanitario “e molti altri Stati ci stanno seguendo su questa linea”. Dal 15 dicembre sarà esteso anche al personale scolastico e alle forze dell’ordine. “Credo che una discussione su questo sia legittima, ma su una materia così delicata è chiaro che ogni Paese si orienta in base al suo quadro epidemiologico, molto differente”, ha aggiunto. Ricorda inoltre che “il vaccino è il vero strumento essenziale, quindi tutte le strade che aiutano ad aumentare il tasso di vaccinazione aiutano i Paesi a tenere sotto controllo questa crisi”. Anche in un momento come quello attuale di recrudescenza del virus, la costante da tenere a mente è che “ovunque i tassi di vaccinazione sono più alti, la situazione di ospedalizzazione e anche la mortalità è più bassa. Anche solo dai dati europei ricaviamo l’informazione che i vaccini sono sicuri ed efficaci, sono la leva essenziale per provare a gestire questa fase”.
Dalla riunione con gli omologhi europei è emersa con sempre maggiore chiarezza quanto sia cresciuta a livello europeo la “consapevolezza che la salute è grande tema internazionale che non può essere considerato solo un tema nazionale, e quindi serve un coordinamento sempre più significativo”. Per il ministro italiano anche a livello europeo “si sta lavorando nella direzione giusta” come dimostrano le decisioni assunte in maniera unitaria sul blocco dei voli dal Sudafrica e Paesi limitrofi quando è emersa la variante Omicron. “Dobbiamo insistere su questo terreno e dobbiamo fare di più in termini di coordinamento”, perché sui “temi della salute non basta un singolo Paese e bisogna decidere insieme”.
Sul fronte nazionale, sollecitato dai giornalisti, ha confermato che la vaccinazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni inizierà dal 16 dicembre. E’ seguito un invito ai genitori a “fidarsi delle indicazioni dei medici pediatri”. “Abbiamo la fortuna di essere un grande Paese con medici pediatri di grande qualità e sono persone che hanno dedicato la loro vita ai nostri figli e ai nostri piccoli, su una materia così delicata” bisogna “fidarsi di chi ha tutte le competenze per poter valutare. Lo dico da padre e da ministro, fidatevi dei nostri pediatri”, ha chiosato.