Bruxelles – Verdi europei, Socialdemocratici, Partito popolare europeo, Renew Europe, La Sinistra e Non iscritti. 59 eurodeputati dei principali gruppi all’Europarlamento hanno scritto ieri (6 dicembre) una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo di mantenere la promessa fatta più di un anno fa per vietare l’esportazione verso Paesi terzi di pesticidi già vietati all’uso nell’UE.
Avec ma collègue @MicheleRivasi et une soixantaine d’eurodéputé.e.s, nous demandons à @EU_Commission de tenir sa promesse et d’interdire les exportations vers des pays tiers de pesticides interdits dans l’UE #biodiversité pic.twitter.com/dqUYuZbu4W
— Saskia Bricmont (@saskiabricmont) December 7, 2021
Gli eurodeputati ricordano nella lettera che la Commissione europea ha promesso un anno fa (nel 2020) di fermare l’esportazione di pesticidi vietati dall’UE. “Quasi un anno dopo questo annuncio, noi del Parlamento europeo siamo preoccupati per la lentezza della Commissione ad agire sulla pratica vergognosa dei doppi standard per i pesticidi pericolosi”, si legge nel documento.
L’Esecutivo europeo ha promesso una nuova proposta legislativa in merito a questo nel 2023. La lettera è scritta su iniziativa dell’eurodeputata francese dei Verdi Europei Michèle Rivasi e prende le mosse dai dati di una indagine delle ONG Public Eye e Unearthed pubblicata lo scorso 18 novembre che ha rivelato che le autorità dell’UE hanno dato il via libera alle richieste di esportazione di quasi 3.900 tonnellate di neonicotinoidi, insetticidi considerati molto pericolosi per le api, in gran parte verso verso Paesi che già sono in difficoltà per la tutela della biodiversità.
L’analisi effettuata dalle organizzazioni non governative copre tra l’altro un breve periodo, dal primo settembre al 31 dicembre 2020. “L’Europa non può più tergiversare su questo tema. Le aziende europee continuano a trarre profitto dall’esportazione di pesticidi noti per essere troppo pericolosi per la salute umana e l’ambiente a molti Paesi terzi, molti dei quali esportano da noi alimenti prodotti con queste sostanze chimiche”, conclude il testo.