Bruxelles – È pronta la legge UE sulla governance dei dati. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea hanno trovato un accordo sul Data Governance Act (DGA), il quadro legislativo per promuovere la condivisione dei dati e costruire un ambiente affidabile, facilitando il loro utilizzo da parte di cittadini e aziende per la ricerca e la creazione di nuovi servizi e prodotti innovativi.
La legge UE sulla governance dei dati punta sulla neutralità dei mercati digitali per facilitare il riutilizzo di dati del settore pubblico, come quelli sanitari, agricoli e ambientali: al centro dell’iniziativa c’è la creazione di spazi comuni in settori strategici come la salute, l’ambiente, l’energia, l’agricoltura, la mobilità, la finanza e la pubblica amministrazione. Tutto questo servirà anche a sbloccare il potenziale dell’intelligenza artificiale e sarà sottoposto a requisiti precisi sull’accesso equo e la sicurezza.
Per entrare in vigore, l’accordo provvisorio raggiunto ieri (martedì 30 novembre) dovrà ora essere approvato formalmente da entrambi i co-legislatori: sia dalla commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia (ITRE) e dalla plenaria del Parlamento UE, sia dal comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) e dal Consiglio. Le nuove regole si applicheranno 15 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento.
“La condivisione dei dati può fiorire solo se sono garantite la fiducia e l’equità”, ha commentato l’eurodeputata Angelika Niebler (PPE): “Dobbiamo agire ora se le aziende digitali europee vogliono avere un posto tra i migliori innovatori digitali del mondo”. Da parte del Consiglio dell’UE, il ministro sloveno della Pubblica amministrazione e presidente di turno, Boštjan Koritnik, ha spiegato che si tratta di “una pietra miliare che darà impulso all’economia basata sui dati negli anni a venire” e aiuterà ad “affrontare le sfide sociali per la ripresa post-COVID”.
Soddisfazione da parte della Commissione UE per la chiusura dei negoziati a tre e il via libera all’approvazione finale del testo giuridico. “Si tratta di creare le giuste condizioni per una condivisione dei dati, in linea con i nostri valori e i diritti fondamentali europei“, ha sottolineato la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale, Margrethe Vestager. Le ha fatto eco il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton: “In poche parole, stiamo creando un Mercato unico europeo dei dati aperto ma sovrano“.
La legge UE sulla governance dei dati
In attesa del Data Act, l’iniziativa legislativa della Commissione UE per migliorare l’equità nell’economia dei dati e chiarire i diritti di uso in ambito commerciale, la legge sulla governance creerà un meccanismo per consentire il riutilizzo sicuro di alcune categorie di dati del settore pubblico, tra cui i segreti commerciali, i dati personali e quelli protetti da diritti di proprietà intellettuale. Gli enti pubblici che permetteranno questo tipo di riutilizzo dovranno essere adeguatamente attrezzati in termini tecnici e la Commissione UE creerà un punto di accesso unico europeo con un registro elettronico consultabile.
La DGA crea inoltre un quadro per promuovere un nuovo modello di business. Per le aziende, i servizi potranno essere piattaforme digitali che sosterranno la condivisione volontaria dei dati e faciliteranno l’adempimento degli obblighi di condivisione stabiliti dalla legge, con la sicurezza che non vengano utilizzati in modo improprio o perdano il loro vantaggio competitivo. I fornitori di servizi di intermediazione dovranno essere elencati in un apposito registro e dovranno aiutare cittadini e imprenditori a esercitare i loro diritti di condivisione dei dati con aziende di cui si fidano. Non potranno trarre vantaggio dai dati condivisi, per esempio vendendoli.
La componente della volontarietà della condivisione è centrale nella legge sulla governance dei dati. Privati e aziende possono metterli a disposizione per il bene comune, come nel caso dei progetti di ricerca medica. Le entità che cercano di raccogliere dati per obiettivi di interesse generale possono richiedere di essere inserite in un registro nazionale, per essere riconosciute in tutta l’UE: questo elemento servirà come base per la fiducia nella condivisione da parte di altri cittadini ed entità sul territorio comunitario. Sia i fornitori di servizi di intermediazione dei dati, sia le organizzazioni di altruismo saranno certificate con un logo che renderà più facile la loro identificazione.
Sarà poi creata una nuova struttura, il Consiglio europeo per l’innovazione dei dati, che servirà a consigliare e assistere la Commissione nel migliorare l’interoperabilità dei servizi di intermediazione e per stabilire linee-guida sullo sviluppo degli spazi di dati. L’esecutivo UE potrà adottare decisioni di adeguatezza che dichiarano che specifici Paesi extra-UE forniscono garanzie adeguate per l’uso di dati non personali trasferiti dall’Unione Europea (simili alle decisioni di adeguatezza già adottate in materia di dati personali ai sensi del GDPR).