Roma – Divario digitale e diritti dei cittadini, la nuova era dell’Europa per migliorare la competitività globale. A questo tema era dedicato l’ultimo dibattito della giornata dell’evento di Eunews HGE8. Anna Ascani, sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, ha ricordato che il PNRR è un’occasione per l’Italia ma anche per il nostro rapporto con l’Europa: “Il Next generation Eu lo abbiamo fortemente voluto e ora dobbiamo onorare il patto con il rispetto dei tempi e degli obiettivi. Non un modo per risarcire qualcuno ma per costruire un nuovo modello di sviluppo più inclusivo”. Al digitale sono dedicate il 27 per cento delle risorse, circa 49 miliardi, un impegno consistente e l’infrastruttura dovrà essere all’altezza “per superare per superare i divari tra le aree del paese garantire dunque pari opportunità per tutti”. Ascani ha poi ricordato il sostegno dedicato alle piccole e microimprese, “destinato ad acquisire competenze tecnologiche e digitali e non solo macchinari”, portando a rinforzare e sviluppare ulteriormente il progetto industria 4.0.
Susanna Camusso , ora responsabile politiche europee della Cgil affronta il tema partendo dalle “differenze tra Europa e Stati Uniti che sono in primo luogo nelle garanzie tra i cittadini: è dunque sul terreno della trasparenza che si gioca dunque questa partita”. Serve dunque concentrarsi nella consapevolezza di non essere diretti “progettatori di tecnologie che sono invasive” e dunque recuperare su questo terreno. Gli altri due aspetti da tenere presenti nella transizione digitale sono la quantità e la qualità del lavoro. “Un tema serio” per Camusso perché “il rischio è una reazione negativa se determina una condizione di incertezza: più cresce la digitalizzazione e più diminuisce l’orario di lavoro”. C’è poi il settore della robotica e “oltre ad aumentare la qualità del lavoro vorrei che aumentasse anche la sicurezza”.
Il digital divide è una delle grandi preoccupazioni dell’Europa, tema sottolineato da Pearse O’Donohue della direzione DG Reti future Commissione europea. “Quando è stato ha rilasciato il Digital compass – ha detto – uno degli obiettivi era proprio quello di consentire a tutte le persone di abbracciarne la tecnologia senza essere lasciati indietro”. Vogliamo essere una società a prova del futuro ma mantenendo chiaro l’elemento umano, evitare un esito distorto delle skill digitali e garantire l’inclusione di tutti”.
Il delicato tema dell’intelligenza artificiale è stato al centro dell’intervento di Brando Benifei, eurodeputato del Pd, della commissione speciale dedicata AIDA. “Una sfida che deve trovarci pronti e in Parlamento abbiamo fatto un lavoro di approfondimento molto ampio, uno sforzo unico a livello mondiale e che sarà la base importante per il regolamento”. Uno dei temi più critici è quello della sorveglianza biometrica su cui sono già state espresse dall’aula di Strasburgo diverse perplessità. “Si dovrà negoziare con i diversi Paesi e anche su un altro aspetto molto delicato come le applicazioni al mondo del lavoro”.
Sulla transizione digitale irrompe l’ottimismo degli esperti. Alessandro Perego del Politecnico di Milano direttore scientifico Osservatorio Digital innovation, spiega che i divari sono a livello nazionale e tra i vari Paesi ma su questo specifico aspetto “L’Europa si sta muovendo bene”. La competizione con gli altri player deve si può praticare “se ci si muove come gruppo e dunque annullando le differenze tra Paesi”. L’UE negli ultimi tempi stava perdendo di rilevanza ma “le ultime svolte hanno cambiato le prospettive e nei prossimi dieci anni potrà giocare un ruolo di leader e non di follower con le transizioni gemelle digitali e ambientali che lavorano insieme”.