Bruxelles – Attraverso una serie di iniziative adottate oggi (mercoledì primo dicembre), la Commissione UE ha indicato la strada da seguire per la digitalizzazione della giustizia nei Paesi membri. Il punto focale dell’iniziativa è rendere il canale digitale quello predefinito nei casi giudiziari transfrontalieri, mettendo così in pratica una delle priorità indicate nella comunicazione dello scorso anno sulla digitalizzazione della giustizia.
Se il crimine non conosce confini, è necessario che le autorità inquirenti e i tribunali dei diversi Stati membri cooperino nelle indagini e nei procedimenti penali. “Dobbiamo sfruttare al massimo le tecnologie digitali per dare alle autorità giudiziarie, ai cittadini e alle imprese i mezzi per scambiare informazioni in modo sicuro e rapido”, ha spiegato la vicepresidente della Commissione UE per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová. Un’esortazione condivisa anche dal commissario per la Giustizia, Didier Reynders: “Abbiamo già molti strumenti per facilitare la cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri dell’UE, ma alcuni sono obsoleti e abbiamo urgente bisogno di modernizzarli”. Come mostrato dalla pandemia COVID-19, “i tribunali devono essere in grado di funzionare in tutte le circostanze, questo è un principio dello Stato di diritto”. Ecco perché è sempre più urgente “dotare i sistemi giudiziari degli strumenti giusti”.
Come già anticipato dal commissario Reynders al Forum ministeriale sulla giustizia digitale, il regolamento mira prima di tutto alla digitalizzazione della cooperazione transfrontaliera tra Paesi membri UE, in materia civile, commerciale e penale. Le misure consentiranno alle parti di comunicare con le autorità competenti per via elettronica e avviare un procedimento legale in un altro Stato membro, ma anche permettere l’uso della videoconferenza nelle udienze per le cause transfrontaliere. Trasferire le comunicazioni (domande, documenti e dati) dal cartaceo al digitale avrà un impatto positivo a livello ambientale, ma anche sul piano economico, per un risparmio di circa 25 milioni di euro all’anno sul territorio comunitario.
La lotta alla criminalità e al terrorismo è una delle motivazioni principali dell’iniziativa dell’esecutivo UE sulla digitalizzazione della giustizia. La logica è quella del rafforzamento della sicurezza delle informazioni sui casi giudiziari trasferite dai Paesi membri a Eurojust (l’unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione) e la modernizzazione del sistema informatico e dei controlli incrociati sui flussi di criminalità transfrontaliera. In questo modo i sistemi giudiziari nazionali saranno in grado di coordinare le loro misure investigative.
Le proposte della Commissione, che ora dovranno essere negoziate tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’UE, includono anche la possibilità di creare una piattaforma di collaborazione per le squadre investigative comuni (JIT). Queste squadre vengono istituite nel caso di specifiche indagini penali condotte da due o più Stati membri UE: nonostante la loro efficacia, hanno dimostrato di incontrare diverse difficoltà sul piano tecnico. Per risolvere il problema di scambi di informazioni troppo lenti, la Commissione ha proposto di mettere in piedi una piattaforma informatica attraverso cui si possano svolgere le comunicazioni sulle operazioni in modo sicuro.